Il ritorno del cannibale: intervista a Mads Mikkelsen

Il 4 giugno arriva su NBC la terza stagione di Hannibal. Per l’occasione abbiamo incontrato l'attore protagonista

All’alba della terza stagione, Hannibal è ormai un cult televisivo affermato, con estimatori distinti da una passione che si può definire religiosa. A indossare i panni del magnetico e glaciale dottor Lecter ritroveremo il danese Mads Mikkelsen. Straordinariamente garbato e pacato, anche durante il nostro incontro ha manifestato la stessa classe e profondità intellettuale del suo personaggio. Con una differenza fondamentale: mentre conversava non pensava a come cucinare il fegato del suo interlocutore…

Best Movie: Il rapporto tra Hannibal e Will è viscerale, strettissimo. Come hai lavorato con Hugh Dancy, interprete di Graham, per rappresentarlo?
Mads Mikkelsen: «Avevamo recitato insieme in King Arthur, e conoscerci già ci ha aiutato. Se ci fosse stato un altro attore al suo posto, avrei comunque trovato un modo per lavorare insieme e far funzionare questa relazione efficacemente davanti alla telecamera. Il rapporto tra il mio personaggio e Will è, ovviamente, il fulcro della narrazione: sì, la serie s’intitola Hannibal ma è molto incentrata su Graham e sull’amicizia tra i due. Lecter vede qualcosa in Will che riconosce in se stesso, crede in un futuro brillante da condividere, se solo lui accetterà la sua visione del mondo».

BM: La seconda stagione si concludeva con un confronto efferato tra Hannibal e Will, finalmente a carte scoperte.
MM
:«Non è una sorpresa che dopo tanto tempo trascorso da entrambi a simulare e fingere, alla fine la situazione esploda. È un momento fondamentale che determina l’evoluzione del loro rapporto nella terza stagione, e aiuta a comprendere la natura di Lecter. Hannibal dice a Will che lo perdona per averlo tradito, e io credo sia sincero; nelle sue parole c’è sempre uno spirito d’onestà. Qualsiasi sentimento Lecter mostri, è autentico, e, a proposito di Will, il fatto che cerchi di passare tanto tempo con lui è la prova di quanto lo trovi genuinamente affascinante».

BM: Come ti sei avvicinato a un personaggio imperscrutabile come Hannibal e chi è per te?
MM: «Mi approccio a tutti i ruoli affidandomi totalmente allo script. Lecter è probabilmente l’uomo più felice che io abbia mai interpretato perché sa perfettamente chi è. Fa quello che dovremmo fare tutti: vivere pienamente la propria esistenza. Ogni momento è prezioso, ogni giorno deve essere fantastico: non c’è tempo per la brutta musica, gli amici noiosi e i cibi cattivi. Tutto deve essere immacolato. E poi sa fare qualsiasi cosa, è un superuomo. Naturalmente c’è un effetto collaterale… uccide le persone e le mangia. Tuttavia, non lo ritengo uno psicopatico, non c’è una diagnosi psichiatrica adeguata a lui: è un angelo caduto, in grado di trovare la bellezza dove noi vediamo l’orrore».

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