Pubblichiamo la prima puntata del nostro approfondimento sulla storia del merchandising cinematografico, con cui ripercorriamo tutte le tappe che hanno reso le action figure, i gadget, i giocattoli e i prodotti più bizzarri ispirati ai film un vero e proprio culto per tutti gli appassionati di cinema.
Nel 1960, il padre dei cartoon moderni Walt Disney, festeggiando il successo del parco tematico di Disneyland aperto cinque anni prima in California, dichiarava: «Ho sempre cercato di immaginare un luogo dove portare le mie due figlie nei pomeriggi del sabato e della domenica, ma un posto dove potessi divertirmi anch’io!»
Disney aveva anche intuito che l’enorme popolarità di Topolino, diventato l’icona più celebre della Casa delle Idee, e degli altri suoi personaggi, avrebbe potuto essere sfruttato anche in altri ambiti, creando gadget ufficiali che si sarebbero venduti unicamente nei negozi del parco. Esclusivi, quindi di valore. All’inaugurazione del primo parco, nel corso degli ultimi 40 anni, ne sono seguiti altri otto e il successo del merchandising disneyano, che è stato immenso, ha portato all’apertura della catena di negozi Disneystore, presenti in tutto il mondo. Per farvi un’idea della lungimiranza di Disney, il bilancio ufficiale della Walt Disney Company dice che nel solo 2009 i parchi tematici hanno generato un giro d’affari di quasi 11 miliardi di dollari, ai quali si aggiungono ulteriori 2,4 miliardi che comprendono i generici “consumer products”, sostanzialmente il merchandising, articoli quali peluche, bambole, materiale scolastico, cappellini, magliette, tazze, penne, pupazzi, giocattoli e praticamente qualunque altra cosa vi possa venire in mente, persino le confezioni di shampoo. Tuttavia, il successo del merchandising Disney e della pletora di prodotti made in Paperopoli, Topolinia o i reami incantati della Bella Addormentata e Cenerentola, non fu di facile replica per le altre major, un po’ perché la concessione delle licenze relative ai film per la produzione di merchandising non era ancora pratica diffusa e un po’ perché il cinema non aveva ancora identificato completamente questa serie di prodotti come un nuovo mercato da sfruttare.
Nel prossimo capitolo scopriremo i primi modellini delle astronavi di Star Trek e le repliche delle celebri auto dell’agente segreto 007.
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