Watchmen: la recensione di Luca Ferrari

Ha senso parlare di verità o pace quando le fondamenta sono una menzogna? C’è spazio per il compromesso quando in ballo c’è la salvezza della razza umana? Viaggio di eroi solitari. Giustizieri messi da parte. Il sole si vede di rado. In un era di eterna corsa agli armamenti e crisi nucleare, qualcosa dal passato sembra ritornare nel presente della Guerra Fredda per cambiare la Storia. Dopo il bellissimo “300”, Zack Snyder è tornato con una nuova storia. Watchmen (2009), trasposizione cinematografica dell’omonima miniserie a fumetti di Alan Moore e Dave Gibbons. Troppo irreale per essere vera. Troppo profonda per non esserlo. A causa di un incidente in laboratorio, John Osterman (Billy Crudup) si trasforma in una creatura soprannaturale, ribattezzata dalle autorità statunitensi Dott. Manhattan, talmente potente da cambiare le sorti della guerra in Vietnam. Edward Blake (Jeffrey Dean Morgan) intanto, detto the Comedian (il Comico), viene brutalmente assassinato. Gli ex-compagni giustizieri iniziano così a uscire dal torpore della loro vita pseudo normale a cui erano stato costretti a vivere dopo che il Governo li aveva dichiarati fuorilegge. C’è chi la maschera però non se l’è mai tolta, come Walter Kovacs, meglio conosciuto come Rorschach (Jackie Earle Haley). Finito in galera a causa di un complotto studiato ad hoc, riuscirà a uscire e ricominciare la caccia dell’assassino dell’amico ucciso, insieme a Gufo Notturno (Patrick Wilson) e Spettro di seta (Malin Akerman). Il conflitto nucleare tra USA e URSS intanto si avvicina. L’unico che potrebbe impedire milioni e milioni di morti è il Dott. Manhattan, scappato via su Marte. Fatto fuggire con l’inganno. Dei “Guardiani” quello in apparenza più tranquillo, Ozymandias (Matthew Goode), nasconde un terribile segreto. Un segreto megalomane di conquista di potere. Qualcosa che gli amici di un tempo scoprono quando ormai è troppo tardi, e nemmeno il ritorno dell’immortale dott. Manhattan potrà cambiare le cose. Zac Snyder ci mostra come l’uomo sia il solo artefice del proprio destino. Ci sono uomini pronti a uccidere senza troppi rimorsi nel nome di una nuova e migliore (?) umanità. Ce ne sono altri che non intendono scendere a compromessi. Nemmeno quando è arrivata la propria ora. Nelle tante ere che si sono succedute della storia dell’umanità, ci siamo trovati più volte di fronte a ideali o singoli uomini che pensavano di aver trovato la chiave per tenere tutto sotto controllo. È quello che fanno. Qualcuno che si siede sopra un trono, e divinamente, ci osserva e muove i fili. E qual è il risultato? Una bugia. Un’utopia deformata. Mutilata. Qualcosa di fittizio che può finire in un attimo nel peggiore dei modi. Per le strade i requiem si moltiplicano ogni giorno. Aumentano le paure,le malattie, e i guardiani, beh, da queste parti quelli hanno la forma di telecamere con una spia luminosa. Forse in pochi hanno capito una cosa: ogni gabbia è l’anticamera di una rivolta. Forse in pochi hanno capito che tutti possiamo (dobbiamo?) indossare una maschera e fare la nostra parte per salvare il mondo. Senza pretendere nulla. Senza desiderare nulla di più del vivere la propria vita in pace insieme alle persone che amiamo.

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