Un chiosco sulla spiaggia diventa un palcoscenico per uno show a metà strada tra Commedia dell’Arte e talk show di Maria De Filippi. Questa è l’idea di Tutti al mare, una storia corale che si consuma nell’arco di 24 ore e che vede schierata una staffetta di personaggi grossolani ma con un fondo d’umanità.
Il film è in pratica una commedia sulle abitudini estive del popolo dei litorali laziali, che non si fa scrupolo di risparmiarci alcuna scurrilità. Un Cinepattone sotto l’ombrellone allora? Assolutamente no. L’umorismo di Tutti al mare è lontano anni luce da quello dei fratelli Vanzina e di Neri Parenti. Piuttosto siamo di fronte a una tragicommedia con blande pretese sociologiche, su un’Italia intossicata di TV che parla come partecipasse a un reality show e che va avanti per piccole corruzioni (non male, a questo proposito, il pellegrinaggio di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza al chiosco alimentare: a turno, trasformano i loro controlli in spaghettate sulla spiaggia). Il modello dichiarato sarebbe un certo cinema italiano degli anni settanta, a partire da Pasolini e Ferreri, citati esplicitamente. Modello che rimane tuttavia irraggiungibile per un film che risulta anche ironico e arguto ma restando sempre in superficie.
Al di là di Pasolini e Ferreri, Tutti al mare è un omaggio diretto a il Casotto, film del 1977 di Sergio Citti (ragazzo di vita del mondo pasoliniano), la cui sceneggiatura era stata scritta da Vincenzo Cerami (anche sceneggiatore di Tutti al mare e padre di Matteo Cerami, regista del film).
Da sottolineare il cast tutto di ottimo livello, che rinforza, con interpretazioni azzeccate, personaggi a volte solo abbozzati nello script. Si spazia da grandi attrici di tradizione teatrale come Ilaria Occhini e Anna Bonaiuto, alle conferme di Marco Giallini, Ambra Angiolini e Libero De Rienzo, fino a un sorprendente Gigi Proietti. E sul finale, anche un autoironico cammeo di Pippo Baudo.
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L’ambientazione: un chiosco sulla spiaggia su uno squallido litorale laziale che diventa teatro della tragicommedia dell’Italia di oggi.
Non mi piace
Alcuni personaggi sono un po’ troppo trascurati e si perdono nella struttura corale della storia.
Consigliato a chi
Vuol avere un assaggio d’estate. Ma anche ridere con un pizzico di amarezza sull’Italia di oggi.
Voto: 3/5