Ecco un altro film sul pugilato!…penseranno i lettori,ma “The Fighter” non va interpretato come il solito film sul solito sport, bensì come un film vero su vite vere.Un film dove si intuisce subito che il vero ring non è in uno stadio pieno di gente ma è fuori, tra le strade di una cittadina logora di se stessa,tra i membri di una famiglia numerosa chiusi nelle proprie gerarchie e convinzioni.E il vero combattimento non si fa sul ring ma nella propria vita, contro i propri demoni e le proprie paure, contro se stessi.E’ la storia di due fratelli,Micky e Dick, rispettivamente il bene e il male,i muscoli e il cervello,uniti da un sogno e da una famiglia che si appropria troppo spesso e indebitamente, di questo sogno.E’ un film su una speranza e su uno sport fatto non da uomini duri ma da uomini pieni di debolezze e ombre interiori, complici solo nella passione per il pugilato e nel rispetto per una famiglia troppo presente, dalla quale entrambi devono necessariamente liberarsi per vincere.E ci riusciranno,a liberarsene, se pur in modi diversi:Micky innamorandosi di una donna forte che farà di lui un uomo più sicuro e consapevole di se stesso;Dick se ne libera trovando rifugio nell’oblio delle droghe e il suo dramma interiore caccia fuori, paradossalmente il meglio di sè.Si, perchè Dick,oltre la nebbia della dipendenza, vede più lontano di chiunque altro,e coglie nel fratello l’occasione per riscattare se stesso.A vincere il titolo mondiale,quindi, saranno i muscoli di Micky e il cervello di Dick.Un oscar meritato per Christian Bale,grande,troppo grande,però,per il suo doppiatore che non rende al cento per cento l’emotività esaltata di un tossico.Un Wahlberg impegnato fisicamente,ottimo come pugile ma sufficiente come attore,troppo interiore.Bravissima la Adams,credibilissima e credibili tutti gli altri personaggi.Ed è forse questa la pecca del film,troppo vero e poco emozionante:il tutto sembra la cronaca di una famiglia portata in televisione,quasi un reality,forse per le scelte tecniche di ripresa del regista che non è riuscito a rendere sul grande schermo l’escalation di adrenalina, il sudore, la tensione,la sofferenza,l’euforia di un incontro di pugilato in cui ci si gioca il titolo mondiale e l’eterna sfida con se stessi.Peccato,perchè nel cinema le vere storie,prima o poi,si dimenticano.Le emozioni durano per sempre,e il cinema è soprattutto questo:un eterna emozione.
lilly78