Spider-Man: Un nuovo universo

Il film d'animazione più bello dell'anno: ironico e pirotecnico, visivamente impressionante

Spider-Man: Un nuovo universo
PANORAMICA
Regia (3.5)
Sceneggiatura (4)
Montaggio (4.5)
Effetti speciali (4)

Miles Morales è un ragazzo di New York di origini afro-ispaniche, estraneo all’ambiente della scuola esclusiva in cui è entrato. Suo padre è un poliziotto che non vede affatto di buon occhio Spider-Man e fatica ad avere un dialogo col figlio, che preferisce confidarsi con lo zio. Miles è inoltre uno street artist e proprio nei bassifondi di New York verrà morso da un ragno radioattivo: un evento imprevisto che lo avvicinerà al vero Uomo Ragno, ma il giovane scoprirà ben presto che non ne esiste uno solo…

Spider-Man: Un nuovo universo è un prodotto d’animazione assolutamente imperdibile. Non solo poggia su solidissime premesse e fattezze grafiche, ma le coreografie e il dinamismo dell’azione creano delle evoluzioni e un senso del movimento che lasciano letteralmente di stucco per l’energia, la passione, la ricchezza di dettagli, la tridimensionalità del risultato e del tratto, in bilico tra 2D e 3D. 

Ad animare il progetto c’è un gusto filologico incontrollato, che riporta all’essenza primaria del fumetto e che farà innamorare gli appassionati delle tavole. Siamo probabilmente di fronte, in virtù di questo miracoloso equilibrio tra sapore vintage e spessore cinematografico, a uno dei migliori film su Spider-Man di sempre: un caleidoscopio dalle mille anime, tante quante sono le incarnazioni del supereroe in innumerevoli universi paralleli.

Le diverse storie esplorate sono altrettanto eterogenee e hanno la capacità di esplorare le molte sfaccettature del personaggio passando in maniera schizofrenica, ma non per questo non organica o giustificata, dal cinema in bianco e nero che fu a quello più stilizzato e forsennato del presente, con un impeto allo stesso tempo passatista e futurista. Un’operazione estremamente consapevole e raffinata, assecondata da uno stile fluido, metamorfico, camaleontico. Al servizio di un processo di trasformazione continuo, che dà l’idea di non volersi risparmiare affatto e non a caso va avanti a sperimentare fino all’ultimo, perfino sui titoli di coda. 

Diretto a sei mani, Spider-Man: Un nuovo universo nasce come progetto di Phil Lord e Christopher Miller, i creatori di The Lego Movie e il duo che doveva dirigere Solo: A Star Wars Story, accreditati come sceneggiatori. Il loro apporto si conferma fondamentale e il loro estro un terreno fertile come pochi altri, baciato da un’idea di leggerezza e di ironia di notevole irruenza.

Tutte qualità che nel film di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman emergono così tanto da amplificarne a dismisura le ambizioni e da fare delle avventure del teenager di Brooklyn Morales, apparso nell’universo Ultimate alla morte di Peter Parker e ispirato a Barack Obama (testi di Brian Michael Bendis e disegni di Sara Pichelli), l’occasione per ridare originalità e attualità al personaggio all’interno delle tante stratificazioni del Ragnoverso ideato e scritto da Dan Slott e Christos Cage e disegnato da Olivier Copiel e dall’italiano Giuseppe Camuncoli per la Marvel, tra il 2014 e il 2015.

Nell’anno della morte di Stan Lee, il 2018 che volge al termine (il film lo vedremo al cinema in Italia a partire dal giorno di Natale) era davvero difficile immaginare un modo migliorare per omaggiare uno dei suoi figli più amati e fortunati, per di più facendolo risplendere attraverso gli occhi e l’estro di una nuova generazione di creativi. 

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