Sorelle mai: la recensione di battista82

Il grande Marco Bellocchio ha preso parte al Bifest, presentando in anteprima la sua ultima fatica (vista finora “fuori concorso”solo all’ultima Mostra Cinematografica di Venezia). E’ una storia di fughe e ritorni quella che vive la famiglia di Sorelle mai, il film di Marco Bellocchio frutto di svariati anni di corsi e laboratori del suo progetto Fare Cinema e ora finalmente ultimato e pronto per essere presentato al pubblico.
A Bobbio le anziane zie Letizia e Maria Luisa (Bellocchio) assistono al continuo andirivieni dei propri nipoti: Giorgio (Pier Giorgio Bellocchio) che si prende amorevolmente cura della nipote Elena, si fa scappare un matrimonio e forse mille altre possibilità a causa della sua indole irrequieta; Sara (Donatella Finocchiaro), madre inizialmente assente di Elena, cerca e trova la sua grande chance per poter dare una svolta alla propria carriera di attrice di teatro e vorrebbe portare con sé la figlia a Milano, ma è a Bobbio che si trova sempre a tornare. Attorno a loro vivono e assistono altrettanto inermi Gianni, amministratore, consigliere, ma soprattutto fidato amico di famiglia e infine, seppur fugacemente, una giovane docente (Alba Rohrwacher) inquilina per caso sotto il tetto delle zie, alle prese con uno scrutinio di difficile soluzione. “Sorelle mai” è un film originale, anomalo e sperimentale per più di un motivo e fin dalla sua nascita. Si tratta di un lungo work in progress, nato negli anni Novanta e consolidatosi attorno al progetto Fare Cinema, l’insieme di laboratori e incontri che lo stesso Bellocchio ha organizzato per anni, d’estate, a Bobbio e nelle zone limitrofe sui colli piacentini. A partire da un semplicissimo plot di base, le vicissitudini di una famiglia, i cui membri sono gli stessi parenti del regista (le due sorelle, il fratello Alberto e i figli compresa la piccola Elena) sono state girate, negli anni, le varie sequenze da cui poi è venuto fuori questo film “a puntate” del tutto assimilabile a un album composto da istantanee sfuocate ma significative, capaci di rendere i cambiamenti inferti dal tempo che inesorabilmente scorre, trasformando le persone e le relazioni affettive.

Battista Passiatore

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