Il grande Marco Bellocchio ha preso parte al Bifest, presentando in anteprima la sua ultima fatica (vista finora “fuori concorso”solo all’ultima Mostra Cinematografica di Venezia). E’ una storia di fughe e ritorni quella che vive la famiglia di Sorelle mai, il film di Marco Bellocchio frutto di svariati anni di corsi e laboratori del suo progetto Fare Cinema e ora finalmente ultimato e pronto per essere presentato al pubblico.
A Bobbio le anziane zie Letizia e Maria Luisa (Bellocchio) assistono al continuo andirivieni dei propri nipoti: Giorgio (Pier Giorgio Bellocchio) che si prende amorevolmente cura della nipote Elena, si fa scappare un matrimonio e forse mille altre possibilità a causa della sua indole irrequieta; Sara (Donatella Finocchiaro), madre inizialmente assente di Elena, cerca e trova la sua grande chance per poter dare una svolta alla propria carriera di attrice di teatro e vorrebbe portare con sé la figlia a Milano, ma è a Bobbio che si trova sempre a tornare. Attorno a loro vivono e assistono altrettanto inermi Gianni, amministratore, consigliere, ma soprattutto fidato amico di famiglia e infine, seppur fugacemente, una giovane docente (Alba Rohrwacher) inquilina per caso sotto il tetto delle zie, alle prese con uno scrutinio di difficile soluzione. “Sorelle mai” è un film originale, anomalo e sperimentale per più di un motivo e fin dalla sua nascita. Si tratta di un lungo work in progress, nato negli anni Novanta e consolidatosi attorno al progetto Fare Cinema, l’insieme di laboratori e incontri che lo stesso Bellocchio ha organizzato per anni, d’estate, a Bobbio e nelle zone limitrofe sui colli piacentini. A partire da un semplicissimo plot di base, le vicissitudini di una famiglia, i cui membri sono gli stessi parenti del regista (le due sorelle, il fratello Alberto e i figli compresa la piccola Elena) sono state girate, negli anni, le varie sequenze da cui poi è venuto fuori questo film “a puntate” del tutto assimilabile a un album composto da istantanee sfuocate ma significative, capaci di rendere i cambiamenti inferti dal tempo che inesorabilmente scorre, trasformando le persone e le relazioni affettive.
Battista Passiatore
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