SONG’ E NAPULE
Napoli. Paco Stillo è un giovane impacciato e timido che nonostante il diploma al conservatorio grazie alla raccomandazione dell’ “assessore Puglisi” entra in polizia, dove viene inizialmente messo al deposito giudiziario. Il suo talento musicale però gli permetterà suo malgrado di entrare a far parte, come infiltrato di una delicatissima operazione anticamorra, ma soprattutto di far parte della band del cantante neomelodico Lollo Love, che spopola nella città partenopea.
L’ultimo lavoro dei Fratelli Manetti mescola in maniera impeccabile la commedia con il poliziesco, il tutto ben condito dalla musica, quella musica popolare, che oggi chiamiamo neomelodica, che ben c’accompagna durante tutto il film. E’ la musica di Lollo Love (uno straordinario Giampaolo Morelli), ma anche quella popolare napoletana, famosa in tutta Napoli, ma meno conosciuta in ambito nazionale. La musica delle feste di paese, delle comunioni, delle cerimonie : sono questi infatti i palchi dove si esibiscono Lollo e la sua band, non certo gli stadi che riempono i loro colleghi di maggior fama. Attraverso la musica i Manetti ci danno una cartolina di Napoli, che nonostante come il film mostra ha il suo tallone d’Achille della Camorra, sempre spietata e crudele in quei luoghi, ha anche l’energia e la voglia di vivere di personaggi come Lollo Love, del suo gruppo, e l’entusiasmo che piano piano comincia ad entrare anche in Stillo, che inizialmente si sente fuori posto in una città in cui lui non vede nulla di pulito e legale, ma che poi, se vista col cuore possiede un fascino incredibile. Lollo Love in particolare è la dimostrazione che anche in luoghi come questi l’alternativa è sempre presente, e che molti sono i luoghi comuni da sfatare ( quanti di voi al sentire “ci facciamo una pista” hanno subito pensato alla polvere magica? ).
Lo stesso Stillo scoprirà ad accettare e convivere e con la sua città tanto criticata, e con il suo lavoro, togliendosi la maschera che inizialmente aveva.
Buon prodotto globalmente questo “Song’ e Napule”, film più applaudito dell’intera rassegna all’ ultimo Festival del cinema di Roma, in cui i Manetti mescolano più di un genere cinematografico dimostrando di non essere bloccati su un unico genere.
Buona la scelta di dare molti dei ruoli del film a cantanti neomelodici napoletani, tanto per testimoniare ancora di più l’importanza che la musica ha in questo lungometraggio. Un film che ben ci proietta nelle luci e nelle ombre della città partenopea, ma che anche trattando argomenti crudi e spinosi, riesce sia a far riflettere che a far divertire.
Tra gli attori da segnalare anche la partecipazione di Peppe Servillo che ha composto insieme agli Avion Travel alcune delle musiche del film.
Molti degli attori inoltre sono stati presi dalla strada, tra la gente comune, così come erano soliti fare molti registi del 900’. Presenti anche alcuni cameo degli stessi registi, scelta non ispirata alle fugaci apparizioni del famoso Alfred Hitchcock nelle sue opere, ma “per risparmiare sul budget”. In tempi di crisi ci si adatta a tutto, ma se questo è il risultato, avanti si vada.
Da vedere!