Snowpiercer: la recensione di Stefano Pariani

Siamo in un futuro molto prossimo: il mondo ha subito una glaciazione che ha sterminato la popolazione e ogni forma di vita. In un desolato paesaggio ricoperto di ghiaccio e neve, corre un lungo e veloce treno che si snoda ininterrottamente lungo tutto il globo in un moto perpetuo. Sui vagoni viaggiano come in un’arca di Noè i superstiti dell’umanità, rigidamente suddivisi in classi sociali, governati da un sistema totalitario che privilegia i benestanti e mortifica i miserabili, costretti a vivere ammassati nelle ultime carrozze in pessime condizioni igieniche. Quando la situazione diventa intollerabile, la massa di reietti guidata da Curtis (Chris Evans) risale di vagone in vagone per abbattere il potere del fantomatico Wilford (Ed Harris), una sorta di Grande Fratello che dalla testa del treno tiene in mano la sorte di tutti i viaggiatori. Il film, a metà strada tra fantascienza e azione, è un’avvincente riflessione sulle dinamiche del potere e si schiera apertamente contro ogni forma di regime totalitario, mostrando le responabilità del leader, che accetta il suo ruolo di eroe non senza titubanze, ma che alla fine è pronto a sacrificarsi, senza cedere alle lusinghe del tiranno. Il microcosmo riprodotto all’interno del treno è la cupa visione di una società che vive come sotto anestesia, inconsapevole del proprio destino e in balia di forze superiori, mentre il mondo all’esterno, uniforme e bianco, ha ancora una sua struggente bellezza. Forse non tutto è ancora andato perduto e il finale si apre ad una nota di speranza.
Presentata all’ultimo Festival del Cinema di Roma, la prima pellicola in lingua inglese del coreano Bong Joon-ho (“Memories of a murder”) porta alla conoscenza del grande pubblico il suo regista, che in patria è famoso come Park Chan-wook (“Stoker”), qui in veste di produttore. Tra squarci di poetica violenza e di potenti scene d’azione, l’azzacato cast schiera tra gli altri un’irriconoscibile Tilda Swinton, ambiguo e subdolo vicecomandante del treno che pare una caricatura con enormi occhiali e sporgente dentiera.

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