Quel che sapeva Maisie: la recensione di Stefano Pariani

Che cosa sapeva Maisie? Maisie sapeva che la sua mamma (Julianne Moore) andava spesso in tournée con la band e la lasciava a casa sola, sapeva anche che il suo papà (Steve Coogan) era spesso lontano per lavoro e per lui questo veniva prima di tutto. La mamma e il papà di Maisie non andavano d’accordo e spesso litigavano furiosamente. Anche questo sapeva Maisie. Quando i due si lasciano, per Maisie inizia una nuova vita senza sorriso, rimbalzata dalla casa della madre a quella del padre, e prende vita la solita storia dell’affidamento dentro e fuori dai tribunali con relative ripicche tra genitori. Un giorno però la bimba conosce Lincoln (Alexander Skarsgard), il nuovo giovane boyfriend della mamma, e Margo (Joanna Vanderham), già sua tata ed ora accoppiata col papà, e di loro sente che si può fidare. Vuoi vedere che Maisie sa già che all’orizzonte della sua incasinata vita si profila un raggio di sole grazie a questi due? Il tema dell’infanzia e dei difficili equilibri famigliari viene trattato con molta sensibilità e delicatezza; l’ottica è tutta dalla parte della bimba che guarda con innocenza e smarrimento il mondo caotico degli adulti e in questo cerca un suo spazio. La famiglia non ne esce molto bene, incapace di creare armonia ed equilibrio per la figlia, e mostra lo spaccato realistico e senza sconti di una realtà in cui è impossibile comunicare, lontano dal modello famigliare edulcorato tante volte mostrato dal cinema (e non solo) americano. Il film, diretto da Scott McGehee e David Siegel (già autori dell’interessante “I segreti del lago”), è ispirato all’omonimo romanzo di Henry James e ricorda alcuni momenti del classico “Kramer contro Kramer”, anche se non sempre approfondisce del tutto i personaggi, rendendoli schematicamente freddi e immaturi (i genitori) e buoni e simpatici (Lincoln e Margo). Sicché ad un certo punto è facile prevedere come andranno a finire le cose. Ma la pellicola è supportata dall’ottima prova di tutti gli attori, specie di Julianne Moore, sempre brava e credibilissima come nevrotica mamma rockstar, e rivela al grande pubblico la piccola Onata Aprile (Maisie), sguardo profondo e triste, la cui recitazione sommessa e naturalistica per una volta non ricorda quella dei tanti bimbi prodigio che passano come meteore sullo schermo.

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