Onde Road: la recensione di Luca Ferrari

Onde Roads, la libertà non ha padroni

Una stagione irripetibile per la musica, la cultura e la libertà. “Anni Settanta baby, al massimo Ottanta” scandisce una misteriosa speaker (Francesca Zavettieri). Adesso sono tornati nel terzo millennio grazie alle trasmissioni originali di quell’epoca. Il resto, le colleghe commerciali, sono state bloccate. Un Anonymous le ha colpite tutte, indistintamente. Web e streaming incluso. Lo status quo però non deve cambiare, così il corpo speciale della Censura Futuribile è già in azione con mandato per l’Agente Bi (Barbara Cambrea) di neutralizzare questi neo-pirati dell’etere. Inizia così il docu-film Onde Road (2015, di Massimo Ivan Falsetta). Tra strizzate d’occhio a Matrix e tributi ad American Beauty, l’inflessibile braccio della legge interroga gli ex-speaker e fondatori delle radio libere di una volta in terra calabrese, lì dove sono certi si stia nascondendo il terrorista dell’etere. E giusto per non farsi mancare nulla, ci scappa pure un incontro ravvicinato con Fabrice Quagliotti, lo storico tastierista “argentato” dei Rockets. Ma chi è nato dagli anni Novanta in poi, come potrà davvero capire che una volta si era più liberi a dispetto di una maggiore rigidità sociale e culturale? C’erano più ostacoli ma allo stesso tempo c’erano anche più spazi di manovra e la libertà non veniva abilmente contraffatta. O c’era o non c’era. Una volta esisteva perfino il piacere dell’anonimato. Parola bandita quest’ultima al giorno d’oggi dalla logica imperante (e lobotomizzante) dei social network. Ecco il grande bluff dell’era moderna. L’illusione del sentirsi liberi perché si può dire e fare ciò che si vuole, senza rendersi conto che il proprio confidente quotidiano altri non è che il nostro carceriere di fiducia. “La libertà non consiste nell’avere un buon padrone, ma nel non averne affatto” scrisse il filosofo Cicerone (106-43 a.C.). Più di duemila anni dopo “Onde Road” ce l’ha ricordata. E se in pieno spirito Seventies ricominciassimo anche noi a vivere la libertà?

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