Moon Knight: le luci e le ombre del Pugno di Khonshu. La recensione

La nuova serie Marvel debutta su Disney+ dal 30 marzo 2022

moon knight
PANORAMICA
Regia (2.5)
Sceneggiatura (3)
Interpretazioni (4)
Fotografia (3)
Montaggio (2.5)
Colonna sonora (3.5)

Il 2022 del Marvel Cinematic Universe riparte da un personaggio perlopiù sconosciuto al grande pubblico ma dall’assoluto valore editoriale: Moon Knight ha esordito nei fumetti nel lontano 1975 (in italiano come Lunar) ed ora è pronto a prendersi la scena nella serie con Oscar Isaac e Ethan Hawke nei ruoli principali.

È la storia di Steven Grant, mite venditore di souvenir di Londra e affetto da un disturbo dissociativo dell’identità: è costretto a incatenarsi al letto ogni notte perché consapevole che quando non è in controllo potrebbe succedere di tutto. Quello che non sa, però, è che la situazione è ancora più complicata perché il suo alter ego è un mercenario al al servizio del dio egizio Khonshu. Quando le due realtà, quella di Steven e di Marc Spector, entrano in contatto, è l’inizio di un incubo.

La particolarità di Moon Knight sta proprio nell’oscuro e caleidoscopico filtro attraverso cui viene raccontata la vicenda: Steven Grant è un narratore inaffidabile e la sua comprensione è pari a quella di chi guarda, un’ignoranza collettiva che trascina nel racconto seguendo il fortunato esempio di film come Fight Club o Memento. «Il sonno della ragione genera mostri» e infatti l’antinomia tra le due identità sviluppa scenari horror stimolanti e nuovi per il panorama di riferimento – tanto che Moon Knight è vietata ai minori di 16 anni.

Lo scontro non è solo interno: entrando in contatto con il suo altro io, Steven scopre anche l’esistenza di una setta devota ad un’altra divinità egizia dedita ad un altrettanto violento senso di giustizia e guidata dalla messianica figura di Arthur Harrow (Ethan Hawke). Come ha sottolineato l’attore presentando la serie, la particolarità di questo villain è che non gli sono permessi gli eccessi normalmente affidati ai cattivi: la malattia mentale qui è caratteristica del protagonista e per questo la sua interpretazione è al contrario estremamente posata e in sottrazione. Un gioco delle parti esaltato dalle innegabili qualità di Oscar Isaac, forse la miglior aggiunta all’MCU da molto tempo a questa parte.

Attenzione psicologica, narrazione prismatica e una nuova mitologia di riferimento sono i punti forti di Moon Knight, che perde invece qualcosa nel comparto tecnico: messa in scena ed effetti speciali non sono di primissimo livello e gettando ombre sulle molte luci di cui la serie si fa portatrice. Tutto sommato, il giusto equilibrio tra forma e contenuto.

Foto: MovieStills

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