Maleficent: Signora del Male: la recensione di RICCARDO OLIVERI

MALEFICENT – SIGNORA DEL MALE: Recensione di Riccardo Oliveri

Nell’atteso sequel del grande successo Disney del 2014, Angelina Jolie torna a vestire più maestosa che mai i panni di Malefica, la temutissima creatura fatata che nel primo capitolo ha sorpreso tutti i suoi spettatori grazie alla sua tragica e memorabile storia, oltre che per i twist che hanno caratterizzato il suo personaggio, che non si è rivelato la stessa iconica villain del celebre film d’animazione del 1959, bensì la vittima di un tradimento. Sarà l’innocenza di Aurora la chiave per sciogliere il gelido cuore della fata. Il nuovo capitolo è diretto più che efficacemente dal norvegese Joachim Ronning (“Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar”) e presenta un cast d’eccezione: la Jolie è infatti affiancata da una sempre in formissima Michelle Pfeiffer e dalla giovane Elle Fanning. Al centro del film vi sono dunque 3 forti donne, molto diverse tra loro, che trovano equo spazio all’interno della pellicola.

A dare l’incipit per la storia del fantasy è l’imminente matrimonio tra Aurora, ora regina della Brughiera e desiderosa di unire il proprio regno a quello di Ulstead, e il principe Filippo, interpretato un po’ fiaccamente da Harris Dickinson che sostituisce Brenton Thwaites. Malefica è contraria e scettica riguardo all’unione, non perché il bel Filippo non sia di suo gradimento, ma a causa della scarsissima fiducia che ripone nei confronti del genere umano, nonostante l’incondizionato amore che prova per la sua bestiolina che reputa al pari di una figlia. L’irresistibile umorismo sarcastico della protagonista presente soprattutto nella prima parte è sicuramente un punto vincente dell’opera. Nella parte iniziale ci viene anche presentata, ingioiellata dalla testa ai piedi e addirittura munita di balestra, la Ingrith della Pfeiffer, che non tarda ad apparire al pubblico come subdola e odiosa. Si rivelerà come prevedibile lei la vera signora del male di questo sequel, una donna di potere che usa la scusa della perdita del fratello per giustificare il proprio odio per il diverso.

Gli eventi portano a una delle scene di punta del film, caratterizzata da delle interpretazioni superlative e una regia impeccabile, quella della cena: la regina cercherà di innescare l’ira della fata, autodefinendosi una madre per Aurora. Dopo che re Giovanni cade nel sonno eterno, le strade di Malefica e Aurora si separano: la prima andrà incontro alla scoperta delle sue origini. Le ambientazioni, i colori e le scenografie che contraddistinguono il mondo nascosto delle creature fatate, i simili di Malefica, sono estremamente suggestivi e visivamente mozzafiato. Aurora si sentirà intrappolata dagli obblighi della vita di corte e ben presto l’amore e la fiducia per la madrina la aiuteranno ad aprire gli occhi e a smascherare l’inganno di Ingrith. Altro punto vincente è quindi il personaggio di Aurora che, interposto tra due personaggi femminili così forti, rischiava di apparire debole e passare in secondo piano, ma non è ciò che avviene.

Coinvolgente ed emozionante la battaglia, anche se forse non è all’altezza delle aspettative lo scontro finale tra Malefica e Ingrith: per quanto entrambe bucassero lo schermo, il faccia a faccia tra le due avviene un po’ troppo tardi e dura solo pochi minuti. Altrettanto poco convincente è Conall, l’essere fatato interpretato dal premio Oscar Chiwetel Ejiofor. Il personaggio instaura un legame interessante con Malefica, mostrandole le sue origini e chi è davvero, ma troverà una morte fin troppo prematura a causa di un agguato teso da parte dell’esercito di Ingrith.

Ciò che tuttavia rischia di mandare a monte tutto ciò che il film più che egregiamente ha costruito fino a quel momento la scena post-battaglia. Nonostante le enormi perdite subite sia tra gli umani che tra le creature fatate, è immediatamente e inverosimilmente restaurata la pace nel regno in pochi istanti, con tanto di matrimonio celebrato pochi minuti dopo. Una vera e propria caduta di stile che poteva essere evitata ad occhi chiusi.

Maleficent – Signora del Male è, per tirare le somme, un film che funziona, con interpretazioni convincenti e un’ottima regia. Straordinario dal punto di vista visivo e con un più che buono scorrimento narrativo. Tuttavia il target giovanissimo a cui si rivolge e alcuni temi trattati ma un po’ superficialmente lo limitano e non poco. Un approccio più serio e dark sulla falsariga de “Il signore degli anelli” avrebbe forse garantito quell’epicità che manca in modo evidente al lungometraggio.

CI PIACE: la cura dei più piccoli dettagli dal punto di vista scenografico, le memorabili interpretazioni della Jolie e della Pfeiffer, la dolcezza del rapporto madre-figlia.
NON CI PIACE: Ejiofor sprecato, scontro finale Malefica-Ingrith poco soddisfacente, la festicciola e il matrimonio il giorno della sanguinosa battaglia.

VOTO: 6,5/10

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