Il Guerriero Dragone Po continua a difendere la valle dai nemici, ed è considerato da tutti un eroe. Ma quando apparirà Kai, un vecchio campione di kung fu, tutto ciò che Po ha di più caro rischierà di sparire. Ce la farà il Guerriero Dragone a tenere il mondo al sicuro?
Torna Kung Fu Panda, e con lui tutti i personaggi che hanno caratterizzato il franchise più amato dalle famiglie negli ultimi tempi.
Alessandro Carloni dirige il suo primo capitolo della serie accanto a Jennifer Yuh, regista invece del secondo capitolo.
Ho visto il film un po’ controvoglia, devo ammetterlo. Poiché non credo molto nei sequel a meno che non siano necessari, e se vengono creati capitoli di storie solo per arrivare al numero tre, la qualità ovviamente viene a mancare.
La storia di per sé non è male: Po ormai è un grande eroe, ritrova suo padre e la sua famiglia di panda e un essere malvagio mette tutto ciò in pericolo. Una storyline abbastanza piatta che funziona qua e là. Il problema di questo film è la demenzialità seminata a caso. Ci sono state sì battute che mi hanno fatto ridere, ma perché erano nei punti giusti al momento giusto. Invece in delle scene relativamente serie tutta l’atmosfera viene rovinata da qualche battutina o gag fallimentare.
Alcuni personaggi poi hanno subìto variazioni che li hanno rovinati: maestro Shifu è praticamente assente; Vipera non parla per tutto il film; Scimmia è diventata demente, si comporta per tutto il film come un imbecille; Po è diventato un po’ più stupido dei film precedenti, diventando il fautore delle gag fallimentari sopracitate.
E poi parliamoci chiaro: quando arrivi ad usare la tenerezza in un film, vuol dire che sei arrivato davvero in basso
Lo spiattellarti davanti alla faccia panda teneri, piccoli e tondi è un aspetto veramente penoso. Cosa che durante la proiezione del film non ha provocato altro che “awwww” durante tutta la visione. Risatine e aggettivi tipo “puccioso” e “coccoloso” hanno riempito la sala per quasi un’ora. Esperimento con la tenerezza poi è stato già fatto con Minions, e il successo è stato davvero minimo.
Un’altra cosa che ho poi saputo riguardo al film è che ha acceso un forte dibattito tra il doppiatore di Po, Fabio Volo e Mario Adinolfi, il quale sosteneva che il film volesse fare il lavaggio del cervello ai bambini poiché Po ha due padri, un panda e un’anatra. Capisco la morale cattolica di Adinolfi, ma seriamente? Ormai non si sa più come fare per attirare audience. Del fatto che Po avesse due padri si era sempre saputo, o davvero qualcuno pensava che un’anatra potesse partorire panda? Capisco il punto di vista di Adinolfi, poiché, seppure in maniera confusa, cercava di dire che effettivamente Po ha un solo padre, il panda, però vede nella faccenda dei due padri una sorta di complotto per fare il lavaggio del cervello gender ai bambini. E si, con questa critica anche io ho dato audience a Adinolfi.
La colonna sonora del film è stata affidata ad Hans Zimmer, storico compositore autore anche delle colonne sonore dei due precedenti capitoli della serie.
In conclusione sì, è un film da vedere con la famiglia, per passare del tempo insieme divertendosi ma si sarebbe potuto fare di meglio a livello stilistico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA