Il primo incarico: la recensione di Valentina Torlaschi

Una storia d’altri tempi che vede come protagonista assoluta una delle attrici italiane oggi più in voga: Isabella Ragonese. Che veste i panni di una giovane donna costretta a lasciare il proprio paese, l’amore della vita e una mamma apprensiva ma generosa, per partire alla volta di un paesino sperduto nel Salento e assumere il “primo incarico” come maestra. Siamo nell’Italia degli anni ’50 e attraverso il personaggio di questa ragazza orgogliosa, determinata e con una grande voglia di libertà, il film diventa la testimonianza di una timida esperienza di emancipazione femminile nell’ipocrisia di allora. La sceneggiatura costruisce con rigore e sensibilità questa figura di donna moderna in un mondo arcaico soffermandosi sui conflitti interiori di un personaggio fin troppo esigente con se stesso, che non si perdona alcun errore e che cerca, invano, di sotterrare la propria inevitabile, umana, debolezza. Unica attrice professionista in un film popolato di comparse (contadini, bambini sdentati e massaie), Isabella Ragonese ben rende l’estraneità sia fisica che intellettuale a quel mondo. Tutto il film si regge su di lei, sulla sua magistrale interpretazione, tanto che gli uomini del film – ma un po’ tutti i personaggi di contorno – vengono come offuscati tanto da sembrare quasi delle semplici sagome.
Inoltre, se la sceneggiatura è precisa e apprezzabile soprattutto per un finale inaspettato, il film indugia su un ritmo volutamente lento che, se da un lato è funzionale a rendere la pesantezza del tempo che sta vivendo la protagonista, dall’altro ostacola, forse un po’ troppo, la fruizione dello spettatore.
Il debutto alla regia per Giorgia Cecere (già assistente di Gianni Amelio e sceneggiatrice per Edoardo Winspeare) è un film delicato e sensibile in cui anche l’ardore dei sentimenti viene raffigurato per sottrazione. Una sottrazione che a tratti, purtroppo, rischia di sfociare nella piattezza.
Da sottolineare, la descrizione visiva del paesaggio che da semplice sfondo diventa un vero e proprio personaggio. Un’ambientazione bucolica e dai tratti ostili, sottolineata da una regia impressionista che gioca con la luce e i colori delle stagioni (una sensibilità “naturalistica” che probabilmente la regista ha appreso frequentando il gruppo di Ipotesi Cinema di Ermanno Olmi).

Guarda il trailer e leggi la recensione de Il primo incarico

Mi piace
L’interpretazione di Isabella Ragonese. Unica attrice professionista, tutto il film si regge su di lei che ben rende l’estraneità sia fisica sia intellettuale di una giovane donna libera e determinata in un mondo arcaico e ipocrita.

Non mi piace
L’eccessiva sottrazione di pathos e l’eccessiva ricerca di intimismo che rischia di sfociare in una piattezza dei sentimenti.

Consigliato a chi
A chi vuole immergersi in una storia di emancipazione al femminile e dall’ambientazione bucolica.

Voto
3/5

© RIPRODUZIONE RISERVATA