I Ragazzi Stanno Bene.
Una famiglia come tante e come tante no in realtà, formata da due mamme e due figli, attraversa un periodo di crisi dopo l’improvviso avvento del papà biologico dei due ragazzi e attraverso le difficoltà e il rischio reale di sgretolarsi del tutto, si ritrova, riacquistando una felicità meno scontata di prima e più forte, perché lì ad un passo dall’essere perduta. Un film come molti altri, verrebbe da pensare, per soggetto e sviluppo, differente solo nell’idea di porre protagonisti della vicenda una coppia omosessuale piuttosto che etero. Per niente.
Perché ‘I Ragazzi Stanno Bene’ è tutt’altro che un film scontato e la valenza della coppia lesbica è piuttosto narrativa che centrale nella storia. Nella sua linearità questa divertente, tenera commedia,ragionando in maniera intelligente sul futuro della famiglia con la f maiuscola e sulle varie forme che i nuclei familiari vanno assumendo nell’evoluzione della società occidentale, ci mostra le sfide interne che possono crearsi durante un periodo difficile, come spesso accade, in una qualsiasi famiglia, con occhio attento e mirato distacco.
La bellezza della pellicola risiede principalmente nella sceneggiatura delicata e mai retorica, grazie alla quale i personaggi vengono raccontati con mirabile profondità in tutte le loro sfaccettature, e nell’interpretazione che ne danno i protagonisti, stupendi interpreti, giustamente premiati con la nomination all’oscar come miglior attore (Mark Ruffallo, Annette Bening), accompagnati da una colonna sonora ottimamente scelta e mai invasiva.
Il bellissimo abbraccio della scena finale farà spalancare di gioia anche le braccia dello spettatore che, identificandosi nei personaggi, vittime e artefici della crisi prima e della ritrovata armonia con le persone che più amano poi, non potrà che percepire forte la genuinità e la dolcezza del racconto.Da non perdere.
Gian Piero Bruno
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