Hanna: la recensione di la prima moglie

Hanna
Hanna è una ragazzina cresciuta nella foresta, completamente fuori dal mondo. Giorno dopo giorno, il padre ne fa una tiratrice esperta e combattente prodigiosa. Quando poi arriva il momento di affrontare la spietata Cate Blanchett, Hanna e il padre architettano un piano perfetto che prevede la simulazione di un abbandono, l’omicidio della perfida scienziata, la fuga, ed infine un appuntamento nella casa di Hansel e Gretel. La trama rasenta la perfezione e la simpatica performance di Sorsoise Ronan, ormai ex bambina prodigio, sorprende chi la ricorda la fredda e bugiarda bambina ricca di “Espiazione”. Gli scontri tra l’eroina e gli incaricati killer riservano gli elementi classici come le corse a perdifiato sui magazzini di lamiera, i salti a gamba tesa con un rallenty tempestivo, l’atterraggio sul camion in corsa e l’abile ribaltamento dell’avversario col braccio di ferro. L’elemento d’azione è assolutamente pulito, nel senso che ci risparmia la visione di cadaveri e sangue, cosa che non si può non apprezzare, considerando il fastidioso vizio dei registi moderni di volerci rendere partecipi dell’effetto simil – Horror splatter. Ma a rendere tutto più interessante è il fatto che il macho della situazione non abbia chili e chili di bicipite e lo stravecchio sorrisetto tattico che trasmette chiaramente il messaggio “nessuno mi resiste”, ma una biondina alta un metro e cinquanta, con lo sguardo sperduto e i braccini ossuti che ci risparmia quelle battute decisamente American Style che da dieci anni a questa parte si sentono troppo spesso. E’ impossibile non amare il personaggio di Hanna, che non è mai cattivo e senza cuore ma riserva la sua grande umanità perfino alle sue vittime, e che rimane estasiata davanti al mondo che non ha mai conosciuto e di cui è smaniosa di entrare a far parte. Fa tenerezza tanto è il suo senso di solitudine che la porta a raccontare alla sua nuova e unica amica la sua meta, elemento che poi la tradirà. Non mancano le scene comiche per sdrammatizzare, che si costruiscono sulla grande ingenuità di Hanna e sulla sua ignoranza verso il mondo che la circonda.
L’unico elemento che stona è l’accenno all’ingrediente fantascientifico, che è necessario per lo sviluppo della storia, ma a cui viene dato così poco spazio e importanza che risulta appiccicato e in più.
Comunque nel complesso Hanna è un film di qualità, apprezzabile sotto molti punti di vista, tra i quali le più che soddisfacenti interpretazioni di Sorsoise Ronan, Cate Blanchett e Eric Bana. Un film da vedere, se non altro per provare l’effetto dell’intreccio del genere umoristico, dell’action e del dramma esistenziale.

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