Gangster Squad: la recensione di ale5b

Gangster Squad: flop on the rocks!

Dopo una lunga attesa e un tragico ritardo (il massacro di Atlanta ha costretto la Warner a ritoccarne il copione), arriva finalmente nelle sale Gangster Squad: pellicola monumentale o solo “chiacchere e distintivo”?

Chicago, 1949. Mickey Cohen (Sean Penn) è il re della città. Prostituzione, corruzione, scommesse clandestine, droga e armi: tutto passa dai suoi tentacoli. Feroce, spietato, ambizioso, niente e nessuno può contrastarlo. Fino a che una speciale task force comandata dai sergenti O’Mara (Brolin) e Wooters (Gosling) non decide che è giunta l’ora di chiudere per sempre la sua attività.

Gli Intoccabili dite? Non bestemmiamo, per carità! E’ vero, in comune c’è tanto ma allo stesso tempo non c’è niente. C’è un cast invidiabile, un’ottima scenografia, pistole, pupe e azione pura. Peccato che il tutto suoni incredibilmente vuoto. Il paragone con il capolavoro di De Palma non tocchiamolo più, sarebbe troppo impietoso. Parliamo di Ruben Fleischer, giovane regista arrivato sul grande schermo a colpi di videoclip e pubblicità. Alle sue spalle due soli lungometraggi: “Benvenuti a Zombieland” e “30 minutes or less”. Adesso si trova per le mani quello che è stato definito come uno dei grandi titoli del 2013. Premesse importanti e tanto peso sulla schiena da mantenere, soprattutto se amplificato dalle presenze di Mr Sean Penn, Josh Brolin, Ryan Gosling, Nick Nolte e Emma Stone. Come a dire: impossibile fallire.

Ed invece c’è da storcere il naso. Gangster Squad è una Ferrari con motore Fiat. Non siamo nemmeno lontanamente vicini a qualcosa di sensazionale. Sceneggiatura grossolana, dialoghi banali, coinvolgimento freddo. Per dirlo tutto in una parola, impacciato. Si passa da scene insipide a sparatorie tanto spettacolari quanto caotiche, passando per Mickey Cohen ferocissimo boss che non trasmette però niente di più che un’ impalpabile timore (ma non certo per colpa di Penn, convincente come sempre). Giudizi pesanti certo, ma solo se confrontati con le alte aspettative promesse. Il film cade sui punti cardine. Laddove ci si aspettava una grossa partecipazione emotiva e una guerra tra bene e male esaltante, si assiste invece solo ad un succedersi degli eventi. Josh Brolin è un duro, ha la faccia da duro, ma neppure lui riesce a trovare il sostegno nello spettatore. Sprecato malamente Nolte, è Gosling (seppur non al meglio) a tenere la scena. Non sarà il gringo solitario di “Drive” ma al pari di Penn è ammirevole e i siparietti con la Stone (vera pupa in tutti i sensi) spezzano un pò la tirannia maschilista del set.

Gangster Squad è un piccolo incidente di percorso hollywoodiano. Un altro esempio di come il cinema attuale fatichi non poco a riemergere, promette molto più di quanto poi riesca ad offrire. Il paragone con gli Intoccabili è inevitabile e allo stesso tempo deleterio, tanto da sembrarne la brutta copia. Peccato, con un cast del genere ci si meritava tutti ben altro.

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