GABRIELLE – UN AMORE FUORI DAL CORO
Gabrielle è un adolescente di vent’ anni affetta da un deficit intellettivo, la sindrome di Williams. Il suo carattere molto socievole ed estroverso però, l’aiuta non poco a vivere una vita “normale”, divisa tra il suo amore per la musica (la ragazza canta nel coro “Les Muses” di Montreal insieme ad altri ragazzi “come lei” ) e quello per Martin, il ragazzo che lei ama, e dal quale è al pari ricambiata. La sua voglia di indipendenza, nella vita privata ed in quella sentimentale in particolar modo si scontrano però e con il suo handicap (che non le concede tutte le libertà che la ragazza sogna), e con la figura della madre di Martin, che non vede di buon occhio le conseguenze a cui il sentimento che lega i due ragazzi potrà inevitabilmente portare.
La regista Louise Archambault , dopo la sua prima opera “Familia” , porta sul grande schermo “Gabrielle – un amore fuori dal coro” , film vincitore del premio della giuria al Festival di Locarno, e già candidato per il Canada ai prossimi Oscar.
E lo fa raccontando il delicato passaggio dall’ adolescenza all’ età adulta e la scoperta dell’amore per una ragazza che nonostante l’handicap con cui è costretta a convivere, prova emozioni e paure che sono le stesse delle persone normali, come quelle di Sophie, divisa tra il bisogno di occuparsi di sua sorella Gabrielle, con la quale è fortemente legata, e quella di raggiungere il suo fidanzato in India. La regista inoltre è molto brava a descriverci in maniera innocente ma allo stesso tempo passionale la voglia d’amore che circonda Gabrielle e Martin ; i due infatti una volta soli, scherzano e si divertono come due bambini, ma finiscono sempre per lasciarsi andare alle pulsioni sessuali che l’uno ha nei confronti dell’altra, suggellando con questo, il loro definitivo ingresso nel mondo dei grandi, quel mondo dei grandi, a cui appartengono le madri dei due ragazzi, che deve gestire il delicato equilibrio di proteggere i loro figli “diversi” dai pericoli del mondo esterno, e di concedere loro, la libertà e l’indipendenza che hanno sempre sognato.
Una bella storia d’amore, che non cade mai nel melodramma, ma realistica e lineare, che non ci lascia un sentimento di pietà verso Gabrielle ma ci trasmette invece una forte empatia nei suoi confronti.
Il tutto accompagnato dalle buone interpretazioni di Gabrielle Marion-Rivard (realmente affetta da sindrome di Williams) e di Alexandre Landry, bravissimo nell’ interpretare Martin. Ci accompagna nel film la musica del cantautore e attore quebecchese Robert Charlebois, che nella sua canzone “Ordinaire” cantata nel film insieme al coro di cui Gabrielle fa parte, riassume in poche parole lo spirito del film :
“Se canto è perché mi si senta. Se grido è per difendermi. Amerei tanto farmi comprendere…”.
COINVOLGENTE.