Festa del Cinema di Roma 2020: la recensione di Palm Springs, tra rom-com e loop temporali

Due interpreti irresistibili e una rilettura intelligente di Ricomincio da Capo: il Feel-Good movie da non perdere nelle prossime settimane è questo qua

Palm Springs recensione
PANORAMICA
Regia (3.5)
Interpretazioni (4)
Sceneggiatura (3.5)
Fotografia (3)
Montaggio (4)
Colonna sonora (3.5)

I film commerciali seguono cicli non troppo diversi dall’alta moda, passano un paio di generazioni e tutto si ripete. I primi anni ’90 sono in questo senso una miniera d’oro, il cinema popolare di intrattenimento come lo intendiamo oggi si è consolidato in quel periodo, pescare lì è spesso una buona idea. Tra i modelli più fortunati e replicabili c’è Ricomincio da capo, il cult movie di Harold Ramis con Bill Murray ricordato di solito con la traduzione del suo titolo originale, ovvero “Il giorno della marmotta”.

L’idea di un personaggio condannato a rivivere sempre lo stesso giorno è stata sfruttata negli ultimi anni da una produzione horror della Blumhouse diventata franchise (Auguri per la tua morte), dalla fantascienza (Edge of Tomorrow), dal teen drama (Prima di domani) e dalla serialità televisiva (un episodio della nuova versione di Ai Confini della Realtà curata da Jordan Peele, ma naturalmente anche Russian Doll). Ora il cinema americano torna a usare lo spunto a fini di commedia con Palm Springs, aggiornandolo però in modo intelligente e originale.

A essere intrappolati nelle stesse 24 ore sono infatti in due, un uomo e una donna, ma lui è finito nel loop decine (forse centinaia) di anni prima, ha quindi un’esperienza enorme, un cinismo e un narcisismo indistruttibili (in questo esattamente come il Phil Connors di Murray): il film comincia davvero quando la stessa sorte tocca anche a lei (non vi sveliamo come). Non solo: c’è di mezzo anche un terzo “ripetente”.

Di base stiamo parlando di una rom-com a sfondo matrimoniale, ma con un prodotto di consumo come questo (in America è stato distribuito da Hulu) i conti si fanno sulla qualità dell’artigianato prima che sulle chiavi di lettura (che ci sono, ma non ingombrano): scrittura, messa in scena, interpretazioni. E la pagella da questo punto di vista è piena di 8, tanto che il film è finito in selezione al Sundance e su Rotten Tomatoes si becca addirittura il 94% di recensioni positive.

Andy Samberg (Brooklyn Nine-Nine) è uno degli interpreti migliori usciti negli ultimi anni dal Saturday Night Live e l’alchimia con Cristin Milioti (How I Met Your Mother) è superlativa. Ottima regia, risate politicamente scorrette e si tifa perché i due finiscano insieme quel che hanno cominciato divisi: che volete di più?

© RIPRODUZIONE RISERVATA