Emily Taylor (Rooney Mara) è una giovane con gravi problemi di depressione.
Ora che il marito Martin (Channing Tatum) è finalmente uscito di prigione, Emily dovrebbe lasciarsi il buio alle spalle, purtroppo invece, il suo stato emotivo peggiora ulteriormente, fino a spingerla sull’orlo del suicidio.
Emily decide allora di rivolgersi al dottor Banks (Jude Law), rinomato psichiatra.
In seguito ai sempre più frequenti disturbi cui è preda la donna, viene deciso di somministrarle un nuovo farmaco. I primi tempi segnano un netto miglioramento delle condizioni della donna, così nessuno s’interroga sugli effetti collaterali che medicinali così potenti possono avere.
Un giorno Martin viene trovato esanime in casa, pugnalato a morte. Le tracce conducono alla moglie ma lei non ricorda nulla.
Cosa sarà successo veramente a Martin ed Emily ? E quale sarà effettivamente il ruolo del dottor Banks e della dottoressa Victoria Siebert (Catherine Zeta-Jones) che aveva precedentemente in cura Emily ?
Steven Soderbergh si rituffa nell’atmosfera thriller nella quale si era già calato con ‘Contagion’. Non mancano, infatti, punti di contatto tra le due pellicole, soprattutto per quello che riguarda il ruolo di Jude Law (spoiler) eroe buono costretto a usare mezzi non sempre leciti per giungere alla verità.
Il film, che dura un po’ troppo rispetto a quanto sarebbe lecito, è un buon thriller, una pellicola senza particolare infamia o lode (con equivalente condanna nel limbo del cinema). Questo giudizio non deriva tanto da problemi di regia o di recitazione (anzi), quanto da alcune risoluzioni della sceneggiature troppo semplicistiche e banalotte. Soprattutto il copione non sottolinea (o accenna superficialmente) alcuni passaggi chiave, insistendo invece troppo marcatamente su altri meno essenziali.
Nota di merito per Rooney Mara ormai veterana nella scelta di ruoli scomodi (la sua espressione ricorda l’inquadratura finale di Tony Curtis/Norman Bates in ‘Psyco’).
Buono lavoro da comprimari (nonostante abbiano ruoli da protagonisti) per Jude Law e Catherine Zeta Jones (che regalerà una chicca esplosiva in coppia con Rooney Mara).
Vagamente insipido Channing Tatum che, a differenza di altri progetti ai quali ha preso parte, sembra centrare poco con questa storia.
La regia risulta pulita e regala momenti di reale disturbo allo spettatore. La tensione è contenuta in livelli troppo accettabili per il genere di film e in alcuni passaggi a vuoto lo sbadiglio scappa fedifrago.
In conclusione, questo resta un prodotto che se non portasse la firma di Soderbergh guadagnerebbe una larga sufficienza ma, dato la genitorialità del progetto, si accasa nel regno dell’incompiuto.
Aspettiamo il brillante ma discontinuo regista americano in quello che dovrebbe essere, per sua stessa ammissione, l’ultimo progetto della sua vita cinematografica: ‘Behind the candelabras’, film sul pianista gay Lovelace interpretato da Michael Douglas e Matt Damon (scartato dagli Studios poiché troppo gay e acquistato dalla rete televisiva Hbo).
Voto: 6
Informazioni tecniche:
– Durata: 106 minuti
– Genere: thriller, drammatico
Fine
JL