Confesso di essere sempre molto scettico quando si parla di cinema “italiano”. In genere le pellicole di casa nostra non rappresentano la prima scelta quando decido di andare al cinema, fatta eccezione per qualche commedia tamarra come il classico cinepanettone o le azzeccate interpretazioni di un Bisio/DeLuigi. Quasi svogliato, sono finito al cinema a vedere Educazione Siberiana e ne sono rimasto piacevolmente stupito. Si sente spesso dire che Gabriele Salvatores è considerato un eccezione nel cinema italiano. I suoi lavori riescono ad arrivare ben al di fuori dello stivale, e ciò significa che, a differenza di molti suoi colleghi, riesce a colmare il divario con il cinema d’oltreoceano. Non voglio dire che il cinema italiano sia generalmente brutto ci mancherebbe. Credo però che, oltre ad essere un po’ monotematico nei generi (commedie e drammi su tutti), sia ancora decisamente distante dal cinema hollywoodiano. Attira poco e rischia di rimanere sempre una seconda scelta.
Tutto questo per dire che Educazione Siberiana è un film bello, tanto da sembrare un prodotto straniero. Complici sono sicuramente le partecipazioni di attori internazionali come John Malkovich (Essere John Malkovich, Red) e Peter Stormare (Armageddon, Il grande Lebowski) che fanno da cornice alla vera forza di questo film: la storia.
Il film è tratto dal libro autobiografico di Nicolai Lilin dal titolo omonimo “Educazione Siberiana”. Racconta l’adolescenza e la maturità di un ragazzo, Kolyma, cresciuto nella comunità criminale di origine siberiana Urka Siberiani. I siberiani vivono sulle sponde di Fiume Basso, una zona politicamente instabile tra Moldavia ed Ucraina, sono i più poveri tra le gang criminali della zona, e per questo i più temuti. Kolyma, guidato da nonno Kuzya (John Malkovich), dedicherà la sua vita a seguire la rigida cultura della comunità, dove violenza, tatuaggi e criminalità sono all’ordine del giorno. Non seguirà le stesse regole il suo miglior amico d’infanzia Gagarin, obbligando la comunità a decidere per il futuro di entrambi. C’è di mezzo una donna? C’è sempre di mezzo una donna, Xenya, qui rappresentata da Eleanor Tomlinson (The illusionist, Il cacciatore di giganti).
In questo film si toccano tantissimi temi tra cui l’amicizia, l’amore, la malattia ed il rispetto, ma la vera forza come dicevo è in una storia che tiene incollati alla poltrona per 1 ora e 50 minuti. Salvatores dirige in inglese gli attori in maniera esemplare ed è capace di creare immagini ed inquadrature riuscite, grazie anche ad una bella fotografia.
Ho trovato interessante scoprire aspetti di una cultura che sembra lontana anni luce dalla nostra, a tratti violenta e spietata e a tratti rigorosa nel rispetto delle regole. Ricorda un po’ il nostro immaginario della comunità gitana (dico immaginario perché andrebbe vissuta da dentro per poter effettivamente fare un paragone), una grande famiglia che segue la propria legge fatta di credenze e culture radicate nel tempo.
Perfetto l’uso nel film della colonna sonora curata da Mauro Pagani (direttore del 63° Festival di Sanremo). Sono state usate canzoni occidentali dell’epoca e suggestioni musicali (cito Pagani) “geograficamente coerenti” (le riassumerei in un misto tra suoni gipsy siberiani e le canzoni di un matrimonio ebraico). Le canzoni più allegre vanno a smorzare scene di cruda violenza creando un bel contrasto.
Consiglio questo film perché permette di scoprire, anzi di riscoprire un bel cinema italiano. Inoltre Educazione Siberiana è la riprova che esistono ancora delle belle storie da trasporre cinematograficamente che non siano il franchising di un bicentenario Bruce Willis che si butta giù dai palazzi o dei supereroi che salvano la terra (nonostante questo, sono un tamarro e avrei voluto un po’ più “John McClane” nel finale del film).
Bravo Gabriele Salvatores.
COSA HO IMPARATO (ATTENZIONE SPOILER)
-I siberiani non sono russi
-Rocky non è l’unico ad allenarsi usando animali morti al posto dei sacchi
-Farsi un tatuaggio con i metodi siberiani è cazzutissimo ma fa male e probabilmente trasmette ogni genere di malattia.
-I pazzi sono “Voluti da Dio”
-Non perdere mai la picca, altrimenti meglio se non torni a casa.
-I “calci in culo” alle giostre sono una cosa molto anni 90
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