Da premettere che non sono un fan accanito del fumetto originale di Tiziano Sclavi, questa sera ho cercato di farmi convincere dal fascino che Dylan Dog ed il suo occulto ha sempre avuto da generazioni in generazioni, sperando che lo stesso fascino venga usato anche su di me, l’unico problema è che in molte occasioni la versione cinematografica non rispecchia a pieno lo splendore dello stesso fumetto da cui è tratto.
Il regista Kevin Munroe al suo secondo titolo di interesse per il pubblico dopo TMNT del 2007 dedicato alle famose Tartarughe Ninja dei cartoons, è sembrato molto impacciato nel portare al cinema un mito come quello di Dylan Dog, tra l’altro aveva sulla schiena una spada di Damocle che lo puntava inesorabilmente, quella del suo predecessore al cinema del 1994 dal titolo Della Morte Dell’amore, orrendo adattamento diretto da Michele Soavi drasticamente criticato e messo quasi al bando dai fan di Dylan Dog in blocco, perciò avere fortuna e fare un’ottimo lavoro per cancellare le critiche al suo predecessore è stato un fardello forse troppo pesante per lui tanto da farlo fallire miseramente con un risultato finale troppo scontato e troppo lontano dal fumetto passando da un horror a sfondo comico, ad una commedia con uno spruzzo di horror.
I componenti del cast hanno purtroppo risentito di una sceneggiatura troppo mal scritta, il povero Brandon Routh dopo Superman Returns si ritrovo ad avere un difficile ruolo da ricoprire ed ancora una volta stecca malamente risultando troppo inespressivo in molte occasioni e lasciando addirittura preferire quel Rupert Everett di Della Morte dell’Amore, bene invece Sam Huntington, vera sorpresa che nel film interpreta l’aiutante zombie Marcus di Dylan, le sue gag resuscitano, per modo dire, un film troppo morto in molte occasioni, Peter Stormare è sempre un’ottimo gregario anche se in questo film interpreta a mio modo di vedere una parte troppo piccola e quasi insignificante tanto da far gridare allo scandalo per il semplice motivo che lui ha la vera faccia da villain di turno, non come Taye Diggs troppo insignificante per interpretare il ruolo di un pericoloso cattivo di un film cosi importante, ultima nota per la protagonista femminile del film Anita Briem in gergo scolastico posso dire di rimandarla a settembre.
Insomma un regista con troppa poca esperienza, una sceneggiatura che passa dall’horror alla commedia, un cast forse non all’altezza non bastano ad affossare un progetto ambizioso come quello di Dylan Dog e perciò a dare il colpo di grazia ci pensano gli effetti speciali, incridibilmente ridicoli, i vari vampiri, licantropi e addirittura il demone Belaial sembrano presi in prestito dal serial anni 90 Buffy, non scaturiscono paura e in molte occasioni sembrano costumi di carnevale mal fatti, si può in un film dove i mostri la fanno da padrona, realizzare mostri che non spaventano?
Beh quest’ultimo era solo un altro degli aspetti pessimi di un film che ha letteralmente seguito le orme del suo predecessore del 1994 affossando ancor di più il fumetto originale di Sclavi, qualche piccola nota degna di merito, se proprio vogliamo cercarla è destata dai piccoli particolari caratteristici del fumetto che nel film vengono più volte ripetuti come la classica frase Giuda Ballerino quando Dylan le sta per prendere, sempre a dire la verità, il classico vestito con camicia rossa ed il maggiolone tutto scassato, inoltre una piccola sorpresa nel film riguardante il fumettista italiano Sclavi che ritroverete protagonista ad un certo punto, tutte situazioni che nonostante siano importanti nel contesto dell’adattamento di un fumetto cosi importante per noi italiani, non riescono a cancellare l’ennesimo fallimento del cinema per quanto riguarda Dylan Dog per tanto se posso dare un consiglio ai veri fan spero vivamente che non lo vedano per evitare una nuova delusione, per gli altri invece in cerca di una commedia con sfondo horror che somigli molto ad una puntata allungata di Buffy l’ammazzavampiri non vi resta che accorrere al cinema per vederlo.