Vista la potenza dell’Old boy, questa era un’occasione più unica che rara di tirare fuori un capolavoro da un mostro del fumetto come Dylan Dog. Ciò che unicamente viene ripreso dal fumetto sono il nome, il maggiolone (nero anzichè bianco, per inciso), la pistola e i vestiti. Fine. Certo che sceneggiare una serie fumettistica che ad agosto arriverà al numero 300 non era facile. Ma si poteva fare qualcosa di più. Sicuramente. Si è tralasciato tutto ciò che rende speciale DyD, il suo indagare nell’incubo, nell’angoscia, tra i meandri del mondo onirico che fa paura, e che spesso si tramutano in creature horror e assassini, ma che sono solo l’effetto, la conseguenza. Ma scegliere la lotta tra licantropi, zombies e vampiri, contornata di qualche leggenda demoniaca ed occulta, è stato un soggetto straziante per i dylaniati. Ci sono state delle giustificazioni da parte della produzione su alcuni cambiamenti, ma che fossero stati unicamente quelli, si potevano anche accettare. Ma in raltà erano solo delle gocce nell’oceano di modifiche che hanno apportato (mi riferisco al cambio di ambientazione, New Orleans al posto di Londra, l’impossibilità di riprendere l’essenziale Groucho Marx al fianco di Dylan, il colore del maggiolone…) Ma dopo aver visto il film rimani deluso per molto altro. Troppo action. Confuso. Mai giusto nella quantità e nel momento. Il Dylan del film, troppo muscoloso e romantico, delude.
Ho scelto, nel voto, di dare due stelle su cinque. Forse troppe. Ma l’ho fatto per il nome di Dylan Dog e per qualche trovata dell’horror splatter inserita nel film, splatter che mi è sempre stato simpatico. Insomma. Grande delusione. Sperando che NON ci siano seguiti legati a questo prodotto cinematografico, ma che piuttosto vogliano resettare e ricominciare da zero, se vorranno, un giorno.
Forse un’occhiata a “Dellamorte Dellamore”, con Rupert Everett, film a basso costo che riprende lontanamente il nostro DyD, non sarebbe guastata.
Peccato. Ritenta. Sarai più fortunato.