Dead Man Down: la recensione di Giorgio Viaro

Victor (Colin Farrell) lavora come picchiatore per un piccolo boss della mafia newyorkese (Terrence Howard), speculatore edilizio e assassino, i cui scagnozzi vengono misteriosamente ammazzati uno dopo l’altro. Beatrice (Noomi Rapace) vive invece nell’appartamento di fronte a quello di Victor assieme alla madre (Isabelle Huppert), e ha il viso sfigurato da un vecchio incidente. Una sera i due decidono di uscire assieme: tutto fila liscio fino a che Beatrice non dà fuori di matto e Victor scopre che l’incontro con la ragazza non è stato affatto un caso…
Thriller vecchio stile (CGI ridotta all’osso), costruito a scatole cinesi in modo che i rapporti tra i personaggi e il loro passato si svelino pian piano: per i primi venti minuti non si capisce assolutamente nulla. Il che è un bene. Quando poi il meccanismo narrativo diventa chiaro e (SPOILER) tutto si riduce a una storia di vendette incrociate (FINE SPOILER), l’interesse cala un po’, ma nonostante questo l’azione, che è ben gestita e mai frenetica, tiene viva l’attenzione. Notevolissimo il primo massacro nel grattacielo e la resa dei conti finale nella villa del boss.
Curioso vedere in mezzo alla carneficina un volto da cinema d’essai come quello della Huppert. Un po’ meno curioso e un po’ più irritante sentire il protagonista che giustifica le sue incredibili doti da combattente (e la sua laurea da ingegnere) con un “Ho fatto il servizio militare”. Tappatevi le orecchie e godetevi la storia, che tutto sommato fila che è un piacere.

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Mi piace
L’alternanza dei registri, ben gestita: thriller, action, romance

Non mi piace
Tante ingenuità in sceneggiatura

Consigliato a chi
Ama i thriller vecchio stile, costruiti sui colpi di scena e su un pugno di buone sequenze action, con il digitale ridotto al minimo

Voto: 3/5

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