Menopausa, lavoro precario, rughe e incomunicabilità con la figlia adolescente. Sono queste le preoccupazioni che assillano l’inerme Angela Finocchiaro, cinquantenne separata che vive insieme a figlia e madre, ospitando in casa l’ex marito parassita (Elio). Ci vuole un gran fisico affronta con teatrale ironia l’incapacità di accettare l’inevitabile invecchiamento fisico, tentando di far leva sui crucci del pubblico femminile. La Finocchiaro sembra recitare ancora sul palcoscenico e si scatena in un tripudio di improbabili espressioni facciali e di gag fin troppo lontane dal linguaggio cinematografico.
Lascia indifferenti l’esordio cinematografico della giovane finalista alla quinta edizione di X Factor, Antonella Lo Coco, qui nei panni della figlia Francesca, messa all’angolo in un ruolo che sembra fatto apposta per tutti quelli che l’hanno amata nel talent show musicale. Non è d’aiuto neanche la regia di Sophie Chiarello, particolarmente scolastica e appesantita da eterni primi piani. Poco interessanti anche gli incubi della Finocchiaro, che, anziché amalgamarsi con il ritmo del film, interrompono la narrazione senza stupire con idee originali. A sorprendere, invece, sono gli esilaranti cameo dei comici Aldo Baglio e Giacomo Poretti, così come la partecipazione di Giovanni Storti, che veste i panni dell’”angelo della menopausa”, giunto in aiuto alla Finocchiaro per dare una svolta alla sua vita.
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Mi piace:
Il trio di Aldo, Giovanni e Giacomo dimostra ancora una volta tutto il suo talento.
Non mi piace:
La poca cura nella scelta delle location, la narrazione zoppicante e il tentativo della Finocchiaro di far ridere con una serie infinita di espressioni facciali, più adatte al palcoscenico che a una commedia cinematografica.
Consigliato a chi:
A chi ama l’umorismo teatrale di Angela Finocchiaro.
Voto:
2/5