Cappuccetto rosso sangue: la recensione di Silvia Urban

La stessa regista (Catherine Hardwicke). Il triangolo amoroso. La presenza di lupi. Un look dark. Le premesse c’erano tutte. E infatti Cappuccetto rosso sangue ricorda molto Twilight, solo con una storia meno avvincente e tre giovani protagonisti (Valerie/Amanda Seyfried, Peter/Shiloh Fernandez e Henry/Max Irons) che non hanno lo stesso carisma né l’appeal dei colleghi Kristen Stewart, Robert Pattinson e Taylor Lautner. Come se la Hardwicke avesse tentato di prendersi una rivincita dopo essere stata rimpiazzata nella saga vampiresca.
La regia, seppur patinata, con le sue riprese panoramiche che in Twilight ci portavano a Forks e qui a Daggerhorn (il paese è stato ricostruito in studio) ma anche i primi piani così attenti a catturare gli sguardi e creare pathos, nel complesso funziona. Così come l’estetica dark del film, che sicuramente piacerà al pubblico teen.
Quello che lascia perplessi e delusi è invece una sceneggiatura debole, con scene e dialoghi banali (due su tutti: quello di Gary Oldman e le sue figlie non appena arrivano in paese e quello dei due rivali in amore quando decidono di allearsi per salvare Valerie), e attori sprecati, come nel caso di Virginia Madsen e del sopraccitato Gary Oldman nei panni di un personaggio (Padre Solomon, di professione “cacciatore di lupi mannari”) scritto male.
In generale non c’è spessore né alcun approfondimento psicologico, tanto è vero che neanche il triangolo amoroso tra Valerie – la bella che si lascia tentare –, Peter – il tenebroso che imita Pattinson – ed Henry – il loser con la faccia da bravo ragazzo – appassiona. L’unico elemento che incuriosisce è il mistero che ruota attorno all’identità del lupo mannaro e il clima ambiguo e di sospetto che si crea.
Cappuccetto rosso sangue è allora un’occasione persa, anzi che si perde nella faticosa commistione di romance, favola e mistero. E l’artificio è troppo evidente.

Leggi la trama e guarda il trailer di Cappuccetto rosso sangue

Mi piace
Il look dark del film e il mistero sulla vera identità del lupo mannaro

Non mi piace
La sceneggiatura debole, i dialoghi banali e i personaggi con poco appeal

Consigliato a chi
Ha amato Twilight e ha voglia di lasciarsi coinvolgere in una storia ambigua e intrisa di mistero

Voto: 2/5

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