Burlesque: la recensione di ayuzza

Classica storia di una ragazza (interpretata da Christina Aguilera) che abbandona la sua città, priva di prospettive o un qualsivoglia futuro, per andare a Los Angeles e trovare la fortuna come cantante. In questo caso, la cantante in un club Burlesque, dopo il classico inizio da cameriera e l’altrettanto classico percorso per convincere la direttrice (la rediviva Cher) che non la deluderà.
Classica commedia sul mondo del ballo e della musica, concentrata sul genere burlesque tanto riportato in voga da qualche anno grazie a Dita Von Teese, ma senza ricreare la magia di Moulin Rouge! o Chicago.
Amori, luoghi comuni, rivalità si susseguono per tutta la durata del film, richiamando leggermente la bassezza proposta a suo tempo dallo “Showgirls” anni ’90 di Verhoeven, ma senza erotismo, senza un vero e proprio background dei personaggi, che non si sviluppano nelle due ore di film, restando sempre uguali e senza spiccare l’uno rispetto all’altro, soprattutto per quel che riguarda le altre ballerine, poste sullo stesso piano della protagonista anche se con, ovviamente, meno spazio.
Punto di forza del film, quello che riesce a fare quasi dimenticare la qualità della sceneggiatura e la banalità della storia è senz’altro la voce particolare dell’Aguilera, unita a una fotografia e a dei costumi da favola, senza dimenticare l’esibizione di Cher con la canzone vincitrice del Golden Globe “You Haven’t Seen the Last of Me”, scritta da Diane Warren. Le due protagoniste, però, dovrebbero fermarsi qui: cantare sì, ma recitare, proprio no. Per fortuna c’è Stanley Tucci, nello stesso ruolo de “The Devil wears Prada” (solo con un capo diverso), che come sempre non delude.
Un film che si basa sugli stereotipi del genere, insomma, con la solita morale di seguire i propri sogni fino a che si avverano senza arrendersi mai.

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