Boss Level: quello che non ti uccide ti rende Frank Grillo. La recensione

Nuovo esempio di film sui loop temporali che pesca a piene mani dalle dinamiche dei videogame

boss level
PANORAMICA
Regia (3)
Sceneggiatura (2.5)
Interpretazioni (2.5)
Direzione della fotografia (3.5)
Montaggio (3)
Colonna sonora (2.5)

L’ex Delta Force Roy – interpretato da un Frank Grillo per la prima volta protagonista assoluto e con una vena insospettabilmente comica – ha un problema: da qualche tempo rivive sempre lo stesso giorno, durante il quale per sua sfortuna una banda di buffi mercenari prova ad ucciderlo. Quando ci riescono, tutto riparte da capo. Sta a lui cercare di capire come mai gli succeda tutto questo, un viaggio che gli permetterà anche di confrontarsi con le sue mancanze come padre.

Il fortunato binomio composto da loop temporali e dinamiche da videogioco si rinnova con un action sfrenato e sopra le righe: più che scomodare paragoni facili con Groundhog Day, il riferimento più adatto è un mix tra la fatalità di Edge of Tomorrow e l’esperienza, data dalla costante ripetizione, vista di recente in Palm Springs (sempre su Amazon Prime Video), con in più un tocco di esagerata violenta alla Crank. Una brutale morte dopo l’altra, Roy sale di livello fino ad affrontare il boss finale, un Mel Gibson ispirato ma ingabbiato nella parte del villain sadico e logorroico.

Boss Level (diretto da Joe Carnahan) è quindi un film di puro divertimento senza pretese, che perde qualche punto per colpa di una voice over invadente, effetti speciali tutt’altro che di primo livello e una metafora sulle seconde possibilità in ambito familiare ormai trita e ritrita, che appesantisce solo il racconto fornendogli una nota “seria” necessaria dal punto di vista narrativo ma che stona con il ritmo e la semplicità del resto.

Foto: Prime Video

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