Big Hero 6: la recensione di salvatore89

“Se possiamo sognarlo, possiamo farlo”. Questa è la frase chiave detta da Hiro Hamada per comprendere il film Big Hero 6, cinquantaquattresimo lungometraggio Disney. Il protagonista la pronuncia al rettore dell’Università ma e come se la rivolgesse a noi. Quante volte abbiamo sognato in grande e molto spesso abbiamo dovuto ridimensionare i nostri sogni a causa della realtà che ci circonda? Hiro non è soltanto un genio ma anche un’adolescente che cerca di trovare il proprio posto all’interno della società diviso tra la propria passione per la tecnologia e le sue capacità notevolmente superiore a quelle dei suoi coetanei. Egli cerca di affrontare il suo futuro facendo i conti con il suo passato caratterizzato da eventi nefasti e il presente che si chiama Baymax il suo Operatore Sanitario personale (un omino coccoloso e morbidoso in stile Marshmallow).Di là dal protagonista il vero mattatore del film è Baymax, il quale con la sua semplicità e la sua ingenuità (rimarranno nella storia le sue parole ” Ciao Io sono Baymax ! o Ba-lallala !) riesce a trainare l’intera trama del film. Un canovaccio molto originale che s’ispira molto vagamente all’omonimo fumetto Marvel BIG HERO 6.Uno degli elementi che rendono il film particolare è anche l’idea di fondere il tratto futuristico di San Francisco con il tratto orientaleggiante della città di Tokio, realizzando a San Fransokyo. La magia dei colori che rende vivo ogni dettaglio, la perfezione dell’anatomia dei corpi umani (dai primi passi mossi nel lontano 2005 con Chicken Little alla definizione perfetta dei dettagli in questo capolavoro di animazione) e la colonna sonora arricchisce il film rendendolo un vero capolavoro di animazione.
Voto 4/5 .
Salvatore Cuccia

© RIPRODUZIONE RISERVATA