Attacco al potere – Olympus Has Fallen: la recensione di ale5b

Ci sono film che dalle nostre parti sono etichettati in una sola maniera: “namericanata!”.

A Hollywood, gli Stati Uniti hanno resistito a tutto: alieni, iracheni, russi, mostri marini, disastri naturali e tanto altro. Questa volta è il turno dei nordcoreani che, con un’azione di forza che avrebbe messo in difficoltà Avengers e Mercenari tutti insieme, prendono il controllo della Casa Bianca e tenendo in ostaggio il presidente, mettono in ginocchio l’intera nazione. Per fortuna Gerald Butler interpreta Mike Banning, alias John Rambo, alias John McClane, alias mille eroi indiscussi. Ex guardia del corpo del presidente stesso, resta l’unica speranza in gioco per il paese.

Il regista Antoine Fuqua non è un novellino, ha già diretto film importanti come Training Day e King Arthur e sa cosa piace al pubblico occidentale. Un soggetto action con alla base un eroe solitario pronto a salvare la nazione, solo contro tutti, è un rigore a porta vuota. La speranza, mescolata all’immancabile dose di patriottismo, ne fanno la colonna portante.

Il film fa però dell’eccesso un’arma a doppio taglio, perché se da una parte il ritmo elevato e gli effetti speciali la fanno da padrone, dall’altra si affonda in una esagerazione fastidiosa con picchi di violenza ingiustificati e morti che si contano a decine. Persino Butler, che con Jason Statam pilotano questa nuova generazione, cade più volte in fallo, apparendo uno sbruffone fuori posto. Per Morgan Freeman e Aaron Eckhard né elogi, né reclami. Solamente nomi di contorno per alzare il livello della posta in palio. Resta più convincente invece Rick June nella parte del cattivissimo Kang.

Attacco al potere è il film che si presenta e niente più. Un buona pellicola d’azione che troverà apprezzamenti nei fan del genere e farà storcere il naso a chi, di tutta questa violenza, non ne può più.

© RIPRODUZIONE RISERVATA