Amore & altri rimedi: la recensione di Frenck Coppola

Nella serata in cui si assegnavano gli Oscar per il cinema 2011, gli ambiti Academy Awards, la mia scelta sulla visione del film settimanale da vedere è andata su una commedia a sfondo romantico come Amore e altri rimedi di Edward Zwick che tenta il tuffo in un genere non propriamente suo, infatti nel suo score film come Defiance, Blood Diamond e L’ultimo samurai hanno scandito la sua carriera per niente vicini al genere proposto col film di questa sera, il regista però ha tentato di impremere la sua impronta inserendo una variabile molto drammatica nella trama come il morbo di Parkinson, grave malattia che colpisce il sistema nervoso centrale, nel film infatti i due protagonisti lottano contro la grave malattia curandola come narra il film con amore ed altri rimedi.
Bella la scelta del cast di grandissima qualità sia nel presente che in prospettiva futura, il principe di Persia Jake Gyllenhaal alla prova del fuoco dopo alcune buone recensioni avute in passato con film come appunto Prince of Persia, Brothers e Jarhead, altra star la prossima Catwoman del Batman di Christopher Nolan, Anne Hathaway, strano comunque vedere un’attrice come la Hathaway sempre molto abbottonata e casta nelle sue interpretazioni precedenti sfoggiare un nudo in un modo cosi naturale senza spingere lo spettatore a scorgere un minimo di imbarazzo in lei, un duo veramente affiatato che spazia dalla comicità più acuta, alla drammaticità più profonda quando appunto la malattia sembra dividere i due, molte scene di nudo nel film che non guastano di certo il risultato finale anche perchè chiaramente per chi vedrà il film, il sesso sarà una costante importante nella trama, , nel cast brilla anche l’interpretazione di un’ottimo Oliver Platt, una piccola parte per lui, ma eseguita nel miglior modo possibile.

La sceneggiatura sembra scorrere abbastanza lentamente nella prima parte del film con poche scene divertenti e senza dovuto mordente, riesce poi a prendere il giusto ritmo nella parte centrale quando i due protagonisti iniziano la strana storia d’amore, da l’attimo in cui i due incrociano lo sguardo il film risulta piacevole, divertente e di qualità, l’ultima parte del film poi riesce addirittura a toccare corde di drammaticità più acute, con la malattia che prende il sopravvento nel racconto, qui regista e sceneggiatori riescono a districarsi bene in un groviglio di situazioni veramente difficili da dirigere e dar in pasto al pubblico non storpiando mai l’anima del prodotto finale che resta comunque una commedia romantica.
L’ambientazione anni novanta sembra una buona scelta cosi da ricordare a chi non c’era in quegli anni quanto quell’aria di spensieratezza ha giovato molto a tante persone, prima di questo rovente e frenetico periodo degli anni cosi detti 00, motivo in più azzeccato per la scelta degli anni 90 è stata l’introduzione nell’ambito medicinale dello Xanax, del Prozac e della miracolosa pillola blu del viagra che hanno fatto da contesto all’intera trama del film.
In definitiva il film ha raggiunto i suoi obiettivi prefissati che a mio avviso era quelli di sensibilizzare un pò tutti su una malattia come quella del Parkinson con un film divertente per certi aspetti e profondo per la scelta dell’argomento molto triste per tante persone, in più uno degli obiettivi era entrare di regola nella speciale classifica dei film preferiti dai più sfegatati romantici tra il pubblico ed è riuscito ampiamente ad adempiere a tutto ciò, il mio consiglio perciò è pienamente positivo per la visione di Amore e Altri Rimedi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA