Opera prima di Giorgia Farina, Amiche da morire è una commedia dalle tinte noir che racconta la storia di tre donne, l’una l’opposto dell’altra, coinvolte in una vicenda che mischia omicidi e denaro su un’isoletta del sud Italia, in cui opera una banda di rapinatori ricercata dalla polizia. Al centro della vicenda c’è il rapporto tra le protagoniste, nessuna delle quali sopporta le altre: Gilda (Claudia Gerini) è la prostituta del paese, Olivia (Cristiana Capotondi) è la classica ragazza ingenua che ha sposato il più bel ragazzo del posto, di cui è gelosissima, mentre Crocetta (Sabrina Impacciatore) è “il brutto anatroccolo” del trio, che davanti a sé sembra non avere altro che un futuro da zitella. La loro vita cambia una notte, quando [Spoiler] Olivia, in preda ad un raptus di gelosia, uccide a sangue freddo il marito, che per altro si scopre essere uno dei pericolosi ladri. Riunite insieme nel posto sbagliato al momento sbagliato, le tre si ritrovano con un morto sulle spalle e una refurtiva importante tra le mani. Per non venire scoperte, e tenersi il bottino, dovranno tentare di andare d’accordo, sopportandosi a vicenda. [Fine spoiler]
Grazie a personaggi femminili costruiti su stereotipi ben precisi, il film punta tutto sul feeling che mano a mano si crea tra le improvvisate criminali. Il problema è che l’unica a sembrare a suo agio in questo contesto è Claudia Gerini, che con la sua Gilda ruba spesso la scena alle colleghe (a risentirne è soprattutto il personaggio della Capotondi, poco credibile in versione “donna del sud”). La scarsa alchimia tra le tre rende il tono comico discontinuo e sbilanciato. E se la risata latita, complici anche i tanti luoghi comuni sul rapporto uomo/donna, la componente noir che avrebbe dovuto arricchire il tutto non è da meno: il piano in stile delitto perfetto che le femmes assai poco fatales mettono in piedi è debole e prevedibile come il teatrino dell’amicizia forzata che le lega. L’aspetto investigativo assume d’altra fin da subito contorni paradossali, con i poliziotti troppo distratti per essere veri, che vengono raggirati con estrema facilità. A poco vale la buona prova di Vinicio Marchioni, nei panni del commissario Nico Malachia: i suoi siparietti con le tre sospettate sono tra i più divertenti del film, ma a convincere poco è il background del personaggio, che a causa del fallimento del suo matrimonio ha maturato un odio profondo per le donne in generale, e quindi è doppiamente determinato ad incastrare le sospettate.
Nonostante i difetti, Amiche da morire rappresenta comunque una rarità nel panorama attuale della commedia italiana, sia per il cast tutto al femminile, sia per una struttura costruita sì su una base da commedia regionale, ma che allo stesso tempo strizza l’occhio alle dinamiche di serial americani di successo come Desperate Housewives.
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I siparietti comici tra Vinicio Marchioni e le protagoniste, e una struttura di stampo più internazionale, che mischia i generi
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I tanti luoghi comuni sull’amore, la gelosia e il rapporto tra uomini e donne
Consigliato a chi
Cerca qualcosa di diverso nel contesto attuale della commedia italiana
Voto: 2/5
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