3 Days to Kill: la recensione di Dolby MOVIE 5.1

3 DAYS TO KILL

Three days to kill parte da una premessa ridicola -la CIA ti cura il cancro se continui a lavorare per loro-, ma questo si chiama device plot, lo si può digerire. Quello che non si può digerire è lo spreco di un Costner maledettamente in forma, oltre alle apparizioni di Amber Heard rigorosamente in abiti sadomaso, con una regia e una sceneggiatura davvero mal tarate.
E’ quindi di Luc Besson la colpa, la cui sceneggiatura simil-Taken è affetta da una dicotomia action / commedia gestita davvero male, con l’apice negativo sul finale: capisco e, a dosi adeguate, apprezzo l’alternarsi di sparatorie con le vicissitudini familiari, ma la gestione in parallelo dello scontro finale è semplicemente fastidiosa.
Davvero un peccato, le scene action sono solide e la prima mezz’ora coinvolge sul serio, ma i difetti sopracitati e il siparietto demenziale riservato al solito italiano-clichè vivente valgono l’insufficienza alla pellicola.

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