«Io non volevo intitolarla Paura. È un titolo di maniera, scelto soprattutto da Einaudi. Io avrei voluto un’altra soluzione, ma non ve la dico». È un Dario Argento a briglie sciolte quello che dal palco della Sala 2 del Pala Noir di Courmayeur presenta la sua prima autobiografia. Un libro scritto per dire la verità sulla sua vita e la sua carriera, di cui si è sempre detto tanto ma mai, citando il regista, «rispettando finalmente la realtà delle cose». Un racconto intimo che parte dalla sua infanzia e dal primo film ad averlo influenzato profondamente, Il fantasma dell’opera, così come le letture di Edgar Allan Poe e Freud. «La paura è sempre stata l’elemento fondamentale della mia filmografia: è un sentimento che viene dall’inconscio, dai sogni e dagli incubi. Infatti tutti i miei film hanno un taglio onirico».
Sin dall’opera d’esordio, L’uccello dalle piume di cristallo, il suo immaginario da incubo ruota intorno agli inganni della percezione, in cui la soggettiva viene violata attraverso la moltiplicazione dei punti di vista: «Scelta precisa, perché le mie paure non sono mai molto concrete, non attingono dal quotidiano». Non mancano, ovviamente, gli aneddoti, come quando fu bocciato dalla sua insegnante di lettere salvo ritrovarla anni dopo come collaboratrice del giornale di cui era diventato direttore della pagina culturale: «Ebbi la mia vendetta, le ho massacrato il pezzo dicendo di ritornare il giorno dopo. La rividi un paio di volte, poi non venne più. Una bella rivalsa». Ma anche le amicizie con colleghi come Carpenter («Profondo rosso lo influenzò moltissimo»), George Romero, un amico, «davvero arrabbiato per come la sua Notte dei morti viventi sia scoppiazzata al cinema e in tv», e Stephen King: «Mi propose di adattare Le notti di Salem, ma per me era un malloppone che non riuscivo a riassumere, perché mi sembrava di limitarne troppo l’anima. Ci riprovò con L’ombra dello scorpione, ma dovetti rinunciare. Colpa mia, ma poi lo persi di vista quando era dipendente da alcol e droghe: la moglie lo rinchiuse in una villa bellissima, isolandolo da vecchie amicizie con il timore che potessero riportarlo sulla cattiva strada».
Infine, nuovi dettagli su The Sandman, il progetto finanziato anche tramite crowdfunding tratto dal racconto di E.T.A. Hoffman: «Uscirà in estate, con Iggy Pop protagonista nei panni del cattivo».
Finito l’incontro, Argento firma alcune copie di Paura, poi scappa via, come il perfetto assassino che dietro di sé non lascia nessuna traccia.
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