Torino Film Festival 2021, Quattordici giorni di Ivan Cotroneo. La recensione

Il racconto di un travagliato legame di coppia prossimo a sfaldarsi durante il lockdown, con protagonisti Carlotta Natali e Thomas Trabacchi

Quattordici giorni
PANORAMICA
Regia (3)
Sceneggiatura (3.5)
Interpretazioni (4)
Fotografia (2.5)
Montaggio (3)
Colonna sonora (2.5)

Marta e Lorenzo, quarantenni sposati da dodici anni, sono costretti all’isolamento fiduciario per via di un contatto con un persona positiva al Covid. Per due settimane dovranno restare chiusi in casa, insieme. Peccato che lei abbia da poco scoperto che lui ha una relazione con un’altra donna, Alessia. Marta odia Lorenzo, Lorenzo detesta Marta. Ma dovranno stare insieme, chiusi nei loro ottanta metri quadri…

Per il regista Ivan Cotroneo Quattordici giorni, presentato Fuori Concorso al Torino Film Festival, è il «il racconto in quattordici giorni e quattordici scene di una storia d’amore nata, perduta e forse riscoperta troppo tardi» e, di tutte le narrazioni cinematografiche che prendono spunto dalla stasi forzata del lockdown, come ispirazione primaria e motore narrativo privilegiato, è una delle più lucide e toccanti (negli ultimi tempi ne abbiamo viste fin troppe e con un diffuso senso di gratuità, vedi alla voce Malcolm & Marie).

Stavolta, invece, la pandemia e la co-abitazione coatta sono il pretesto migliore per un confronto sentimentale esilarante e spontaneo, schietto e affilato, che si auto-alimenta di mille dettagli verosimili come dediche su vecchi libri di Carver, volumi da spartirsi (anche sul cinema, essendo la protagonista Marta molto cinefila), esercizi ginnici improbabili, dettagli imbarazzanti del e sul privato condiviso, tradimenti vecchi e nuovi anzitutto rispetto all’idea di amore che ci si è e ci si era fatti reciprocamente prima che la polvere, l’impigrirsi e l’appassimento del desiderio spazzassero via tutto. 

ll tutto è possibile, oltre che in virtù della qualità della sceneggiatura, anche grazie alla recitazione generosa e sfaccettata di due attori totalmente alieni al nostro consueto star system e che è un vero piacere vedere all’opera come Carlotta Natali e Thomas Trabacchi, coppia anche nella vita vera e totalmente a loro agio in questo teatro di guerra borghese disseminato di ironia, malinconia e auto-analisi a tratti un po’ esile nei bersagli ma connotata puntualmente da una dolce forma di accuratezza.

14 giorni, dunque, ma anche 14 capitoli per radiografare i detriti, le minuzie e soprattutto l’irriducibile persistenza nello spazio e nel tempo, attraverso gli anni e i ricordi, di un sentimento duro a morire. Tratto da un racconto del regista stesso, già diventato un romanzo nel 2020. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA