Tom Cruise, l’ultimo immortale, nel miglior M:I dai tempi del primo film. La recensione di Mission: Impossible 6 – Fallout

Un congegno action sempre più preciso e infallibile, assemblato dal divo con  grazia ingegneristica, amore, devozione, impegno totale, per non parlare dell'impeccabile scrittura e regia di Christopher McQuarrie

Mission: Impossible 6 - Fallout: la recensione in anteprima del film con Tom Cruise!

Tom Cruise, in una recente intervista, ha dichiarato: «Studio architettura, mi piace girare il mondo. Scrivo delle lettere d’amore a tutte le location in cui lavoro e ho imparato a pilotare davvero un elicottero in alcune scene del film. Se ho avuto paura? No, no, no…».

In queste parole, apparentemente banali, c’è tutto ciò che rende la saga di Mission: Impossible un congegno action sempre più preciso e infallibile, assemblato con grazia ingegneristica, a misura di amore ma con perizia quasi scientifica, anche grazie all’impegno totale e ammirevole del divo americano.

Nel sesto capitolo del franchise, Mission: Impossible 6 – Fallout, in sala in Italia dal prossimo 29 agostoEthan Hunt (Tom Cruise) e il suo team IMF (Alec Baldwin, Simon Pegg, Ving Rhames) si ritrovano a dover fronteggiare la solita sfida contro lo scorrere implacabile del tempo per far fronte a una minaccia, faccia a faccia con rischi enormi e possibilità di riuscita prossime allo zero.

A nostro avviso, per tutta una serie di ragioni che trovate nella nostra recensione linkata in fondo all’articolo, si tratta del miglior film della saga addirittura dai tempi del primo capitolo di Brian De Palma risalente al 1996 (non vi resta che leggere per capire perché). A questo link trovate anche le reazioni della stampa estera, mentre ci preme ricordarvi che Tom Cruise e Fallout sono protagonisti di un lungo speciale sul numero di Best Movie di luglio in edicola (la nostra cover story Tom No Limits), dove il divo è anche in copertina.

LA RECENSIONE DI MISSION: IMPOSSIBLE 6 – FALLOUT

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