The Adam Project: la recensione del film Netflix con Ryan Reynolds

Il film d'avventura incentrato sui viaggi nel tempo ha come protagonisti Ryan Reynolds, Mark Ruffalo, Jennifer Garner e Zoe Saldana

The Adam Project
PANORAMICA
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Viaggiare a ritroso nel tempo e incontrare il se stesso bambino potrebbe – spiegava Doc in Ritorno al futuro – provocare uno shock irrimediabile, o distruggere l’intero universo. Nulla di tutto questo in The Adam Project: il regista Shawn Levy e i suoi sceneggiatori in due battute fanno piazza pulita dei paradossi temporali per tuffarsi senza troppi arrovellamenti nell’avventura di un doppio Adam, quello adulto interpretato da Ryan Reynolds e piovuto dal futuro, e la sua versione dodicenne (la giovane rivelazione Walker Scobell) nel presente.

Devono, come spesso accade, salvare il mondo, ma Levy (che ritrova Reynolds subito dopo averlo diretto in Free Guy, e che con Netflix, come produttore di Stranger Things e Tenebre e ossa, ha un rapporto fruttuoso) cerca di utilizzare le peripezie spaziotemporali anche per imbastire un discorso su rimpianti e nostalgie, sulla relazione tra padri e figli, sull’elaborazione del lutto e i dolori della crescita.

Purtroppo azione, scenografia, effetti speciali e design imprigionano The Adam Project in un’estetica generica, e la trama segue a ruota: un family movie in salsa sci-fi che si consuma in fretta, e altrettanto in fretta si dimentica.

Foto: MovieStills

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