Showcase è un’etichetta di Dynit. È specializzata in manga ed è curata e diretta da Asuka Ozumi. Nel mercato italiano rappresenta un’eccezione.
Contrariamente ad altre realtà, Showcase non cerca di rincorrere le mode; i fumetti che pubblica sono – tutto sommato – fumetti di nicchia: che parlano a un particolare pubblico, e che hanno una cura e un’attenzione per la storia e per i disegni abbastanza rare. Showcase ha portato in Italia opere come L’isola errante di Kenji Tsuruta e Hot Road di Taku Tsumugi. Sono due manga estremamente diversi: per l’ambientazione, per il tono del racconto; banalmente anche per l’epoca in cui sono stati scritti e pensati. Ma hanno in comune una visione piuttosto unica: Tsuruta ha un tratto più dinamico e immediato, che gioca con le sagome e non ha paura di mostrare; Tsumugi, invece, ha un approccio più tradizionale e sfumato, figlio di una certa scuola e di un certo modo di fare fumetti. Sono entrambe storie di formazione, storie vere, credibili, storie che parlano di crescita e di perdita, e che riescono a trovare un punto di contatto con i lettori. Ci sono l’avventura e la voglia di cambiare, e c’è il Giappone con le sue strade, i suoi locali e la sua cultura.
Le protagoniste sono due ragazze con i loro problemi e le loro difficoltà: cercano il loro posto nel mondo e la loro indipendenza. Manga come questi, oggi, non sono proprio la regola. Il percorso scelto da Showcase è un percorso alternativo che, in qualche modo, può anticipare il futuro. I grandi manga commerciali, capaci di vendere milioni e milioni di copie, sempre commentati, ripresi e consigliati, ora tra i primi posti delle classifiche dei quotidiani, non sono più così comuni. Soprattutto, non ci sono molti manga del genere ancora inediti in Italia. E dunque bisogna giocare d’anticipo: investire in altri titoli e in altri autori per mettere insieme una vera e propria eredità editoriale e culturale.
Showcase stampa volumi di qualità, curati, con ottime traduzioni (quella di L’isola errante è firmata da Federica Lippi, mentre quella di Hot Road è di Sara Bertoldi); volumi che, al momento, hanno un successo commerciale limitato. Ma comunque rintracciabile. Si tratta di storie e di firme molto valide: spesso sconosciute al pubblico generalista, ma con il giusto potenziale per diventare dei veri e propri fenomeni da libreria. Ci vorrà del tempo, probabilmente. Il passaparola, in questi casi, è fondamentale. È importante, però, non demordere; ed è importante avere un’idea editoriale forte, qualcosa a cui potersi aggrappare. In questi anni, Showcase è riuscita a scovare nuove voci e ad assicurarsi i diritti di classici giapponesi. È decisamente un inizio, ma – come dicevamo – questa può essere anche la prossima direzione del mercato dei manga: non insistere su titoli già famosi, ma costruire, piano piano, una comunicazione fondata sulla qualità e non (solo) sulla quantità.
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