Che siate oppure no lettori abituali di Topolino conoscerete sicuramente Tito Faraci: le sue storie, talvolta dai toni noir, o da puro giallo investigativo, sono tra le più famose del topo di casa Disney; sono anche, probabilmente, quelle che lo rendono più umano, capace di sbagliare e di rimediare ai suoi errori. Qualità fondamentale nella filosofia del settimanale: così facendo si rende infatti uno dei personaggi di fantasia più amati e seguiti al mondo, un vero e proprio interprete, o specchio, della realtà in cui viviamo. A marzo, con il numero 3094, arriva in edicola Dylan Top – L’alba dei Topi invadenti, un crossover tra Topolino e Dylan Dog. Una parodia-omaggio, come l’ha definita lo stesso Faraci, autore della sceneggiatura. Più che una presa in giro, un atto di amore, basato su un soggetto dell’attuale curatore del personaggio di casa Bonelli, Roberto Recchioni.
Best Movie: Secondo qualcuno, quello che il fumetto italiano sta vivendo è un periodo fortunato. Tu cosa ne pensi?
Tito Faraci: «Dipende dai punti di vista. Come tutti sanno, il fumetto popolare da edicola ha avuto un calo di vendite piuttosto considerevole, anche se rispetto a dei numeri enormi di partenza. C’è stata un’epoca in cui tutti leggevano fumetti: se tu andavi in una classe di una scuola, dalle elementari alle superiori, lo faceva chiunque. Oggi invece succede una cosa diversa: chi legge fumetti li legge con la coscienza di essere “un lettore di fumetti”. Non è una cosa automatica, è una scelta. Quindi: meno lettori, più appassionati. Poi va considerata la rinascita di un certo fumetto d’autore, che ritorna nelle librerie con numeri molto interessanti, come quelli di Zerocalcare e di Gipi. Ed è una cosa che ci fa vivere in maniera più serena il nostro ruolo».
BM: Avrai seguito la vicenda della cover di Topolino dedicata a Charlie Hebdo; che cosa hai pensato quando l’editore ha deciso di non pubblicarla?
TF: «Quello che posso dire, a titolo personale, è che quella copertina a me piaceva, ne condividevo il contenuto. Mi è molto dispiaciuto che non sia stata pubblicata e ho un sentimento di solidarietà verso chi l’aveva ideata e proposta. Al di là di questo, però, non cambia la sostanza: Topolino resta un giornale attento all’attualità. È uno specchio della realtà che ci circonda e lo è sempre stato».
BM: Come descriveresti il personaggio di Topolino oggi? È cambiato rispetto al passato?
TF: «Non è cambiato rispetto al passato nell’essere un uomo come noi. E lo dico senza virgolette. Rappresenta sempre un personaggio in cui ci si può rispecchiare. È cambiato rispetto a un suo scadimento: se prima poteva essere visto come un “perfettino”, come il primo della classe, ora è tornato ad essere il Topolino delle origini, che riflette l’uomo della strada. Topolino siamo noi. Molte storie che ho scritto sono volte proprio a questo: a renderlo più credibile». […]
Leggi l’intervista completa su Best Movie di marzo, in edicola dal 24 febbraio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA