MyShoes, quando il terrore corre on the road

Una corsa in auto ad altissima velocità, una ragazza ferita e un uomo steso sull'asfalto: con un’iniezione di adrenalina e spunti pulp alla Robert Rodriguez la ventenne Elisa Resinaro debutta dietro la macchina presa

Come e dove puoi trovare l’idea giusta per girare il tuo primo cortometraggio? A Elisa Resinaro per esempio, giovane filmaker milanese (vent’anni all’anagrafe), la lampadina si è accesa durante un viaggio in auto. E la cosa non stupisce affatto dal momento che il suo film d’esordio MyShoes, racconta proprio di una folle corsa su quattro ruote. Protagonisti due ragazzi (Federica Antonioli) lanciati a folle velocità su una strada di campagna in fuga da qualcosa o qualcuno. Contemporaneamente un ragazzo è steso sull’asfalto e insanguinato e dolorante si trascina verso un’auto incidentata. Cosa sarà successo? E che legame c’è tra questi tre personaggi? Il corto lo svela un po’ alla volta nel corso di 10 minuti carichi di tensione e ad alto tasso di adrenalina che sono costati alla neoregista non poca fatica, come ci racconta nell’intervista che potete leggere sotto al trailer.

Il trailer di MyShoes:

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Intervista alla regista Elisa Resinaro

Best Movie: Elisa, possiamo dire che sei “sorella d’arte”. Quando e come hai capito che ti sarebbe piaciuto seguire le orme di tuo fratello Fabio?

Elisa Resinaro: Mi è sempre piaciuto guardare film, e ad un certo punto mi è venuto naturale pensare di provare a farne uno… uno piccolo! Forse ha contribuito il fatto che quando avevo undici anni mi hanno portato sul set di E:d:e:n? Chissà…

BM: Avevi già partecipato attivamente ai lavori precedenti di Fabio & Fabio?

ER: No, ma da un certo punto in poi ho cominciato a “spiare”, e a fare delle domande a mio fratello…

BM: Che studi hai fatto e che progetti hai ora: il lavoro del filmaker è solo un hobby o vorresti che diventasse la tua professione?

ER: Ho finito da poco il liceo artistico… e adesso è un bel rebus! Contrariamente a quanto si possa pensare, il lavoro del filmaker è una professione durissima. Dall’esterno spesso si percepisce solo l’aspetto glamour dell’essere regista. In realtà, soprattutto se si parla di produzioni indipendenti, il filmaker si porta sulle spalle tutte le responsabilità e spesso e volentieri deve sporcarsi le mani. Bisogna tenere sotto controllo tantissimi aspetti, parlare con tante persone e io non sono abitutata a parlare tanto.

BM: Parlaci di My Shoes, hai scritto tu la sceneggiatura. Come è nata l’idea di questa storia?

ER: Beh, sembrerà banale ma… è nata in macchina! Cercavo una storia con cui iniziare a cimentarmi quindi è ovvio che questo primo progetto sarebbe stato una produzione piccola. Ho realizzato che una macchina era il set più piccolo e più interessante che potessi usare. Mentre ero in macchina ho cominciato a guardarmi intorno, lo specchietto retrovisore, i sedili, ecc… mi sono venute in mente le prime inquadrature, e ho capito che poteva funzionare. Poi ho cominciato a chiedere pareri al Big Brother.





La regista Elisa Resinaro sul set di MyShoes





BM: Questo è stato il tuo primo corto. E’ andato tutto come ti aspettavi?

ER: Assolutamente no! Il set è stato shockante, per fortuna sono stata aiutata. Prima cosa: non mi aspettavo la fatica fisica. Stare su un set per due giorni, in piedi, al freddo totale era una cosa che non avevo messo in conto. Poi per riuscire a fare tutte le inquadrature che io e mio fratello avevamo pensato, abbiamo dovuto correre di brutto. Ci vuole il fisico! La preparazione degli shot in green screen ha preso molto tempo, le inquadrature che credevo di riuscire a fare facilmente si sono rivelate piene di problematiche, mentre quelle che credevo impossibili sono state realizzate velocemente. Insomma, la pratica non c’entra proprio niente con la teoria.

BM: Il risultato ti ha soddisfatto? Era il film che volevi realizzare?

ER: Anche se alcune piccole cose sono cambiate in corsa, lo spirito generale era quello che avevo in testa. Sì, sono soddisfatta, il corto è figo. I “produttori” hanno rotto le scatole costantemente perché volevano sempre di più, sempre di più… ma col senno di poi dico “meno male”.





La protagonista di MyShoes Federica Antonioli





BM: Qual è la stata la parte più difficile da girare?

ER: E’ stato difficile seguire tutte le inquadrature collegate agli effetti speciali. Dovevamo anche inventarci delle riprese reali con azioni “stunt” che non potevamo permetterci! Poi abbiamo dovuto realizzare un’inquadratura da crane senza avere un crane… La parte più difficile però forse è stata la gestione degli attori: dovevamo rendere la storia credibile senza far insospettire sul colpo di scena…

BM: Come avete scelto gli attori?

ER: Quando abbiamo iniziato a parlare della storia, io e Fabio avevamo già in mente i 3 attori. Roberto Laureri (Tony) è il figone protagonista di Afterville, il corto di Fabio&Fabio che ha spaccato di più. Antonio Clema (Max) è un amico di storica data di Fabio&Fabio, si conoscono dal liceo. Ogni tanto loro lo chiamano a recitare in una delle loro produzioni. E’ un po’ il loro attore feticcio, come Johnny Depp per Tim Burton! Federica Antonioli invece è la mia migliore amica. Aveva fatto un cameo in un piccolo spot di Fabio&Fabio, ma io ho sempre avuto l’impressione che sapesse recitare bene: lo fa tutti i giorni con milioni di vocine e faccette! Abbiamo fatto una prova un giorno e ha funzionato benissimo nella sua parte “ansiogena”. All’inizio eravamo un po’ nervosette di fronte a questa esperienza: ci saremmo poste come regista e attrice, in un contesto quindi diverso da quello di tutti i giorni, ma dopo qualche minuto è stato chiaro che eravamo semplicemente due amiche a fare una cosa insieme, e ci siamo rilassate. Anzi, ci siamo divertite anche! Federica non vede l’ora di rifarlo. Io devo ancora riprendermi!





Uno dei protagonisti del corto Antonio Clema (Max)




BM: La colonna sonora come è stata realizzata? Com’è nato il singolo My Shoes?

ER: La colonna sonora è stata realizzata in toto da Andrea Bonini. Anche lui era compagno di liceo di Fabio&Fabio, stessa classe, come anche Antonio Clema! Bonini è il compositore e fa parte del team da sempre. In questa colonna sonora si è cimentato in qualcosa di diverso dai precedenti cortometraggi, e il risultato finale ci ha completamente esaltati. TheFilmakers invece sono gli autori della title track, che dà anche il titolo al corto. Dall’inizio era nata l’idea di produrre qualcosa insieme, che connettesse il corto con il pezzo, infatti Fabio&Fabio hanno anche diretto il videoclip legato al corto.

BM: Qual è stato il budget e quanto tempo ci avete messo a realizzare il tutto?

ER: Il budget è stato minimo, poiché è stato prodotto dalla Mercurio Domina, la nuova casa di produzione di Fabio&Fabio. Abbiamo economizzato in tutto, senza che se ne risentisse sul risultato finale. Abbiamo dovuto operare di ingegno. Le riprese sono avvenute a novembre del 2009, poi Fabio&Fabio sono partiti con la realizzazione di un lungometraggio cui hanno lavorato come sceneggiatori e produttori, sempre per la Mercurio Domina, e quindi il processo di postproduzione è stato sospeso per parecchi mesi. A fine 2010 sono ricominciati i lavori sugli effetti speciali, in cui ha collaborato anche Alessandro Schiassi, e il corto è stato finalizzato agli inizi del 2011, mentre Fabio&Fabio continuavano a lavorare alla postproduzione del film.

BM: I tuoi registi di riferimento?

ER: Aiuto, troppi… Tarantino, Gondry, Burton, Raimi, Nolan… Fabio&Fabio!



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