Tre Proiezioni speciali integrano e completano il programma della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (1 – 11 settembre 2021) della Biennale di Venezia.
Si tratta di due documentari che hanno al centro il tema dell’Architettura:
– Ricostruire insieme – Biennale Architettura 2021 di Graziano Conversano (Italia, 52’), produzione Rai Cultura, racconto degli argomenti, delle opere e dei protagonisti della 17. Mostra Internazionale di Architettura 2021 della Biennale di Venezia, intitolata How will we live together?, in corso ai Giardini e all’Arsenale fino al 21 novembre.
– GES – 2 di Nastia Korkia (Russia, 77’), riflessione visiva sulla riqualificazione da parte del Renzo Piano Building Workshop di un’ex centrale elettrica nel centro di Mosca, dal 2014 della V-A-C Foundation.
I due titoli entrano nel palinsesto della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica nel segno di quel dialogo stretto fra le diverse arti, che caratterizza sempre più la Biennale quale laboratorio permanente di ricerca sulla creatività contemporanea.
Il programma delle proiezioni prevede per giovedì 2 settembre al Teatro Piccolo Arsenale:
– ore 16.30 Ricostruire insieme – Biennale Architettura 2021 di Graziano Conversano (Italia, 52’).
– a seguire, GES – 2 di Nastia Korkia (Russia, 77’).
Il terzo titolo è Pietro il grande di Antonello Sarno, omaggio a Pietro Coccia (1962-2018), uno dei più talentuosi fotoreporter del cinema italiano, con una carriera durata oltre trent’anni. Pietro il grande è l’omaggio al professionista e all’amico ultratrentennale di tutti i grandi protagonisti del nostro cinema, una carriera ricostruita in circa 400 scatti accompagnati da 8 grandi colonne sonore.
Programma delle proiezioni: mercoledì 1 settembre, Sala Giardino, ore 11 / giovedì 2 settembre, Sala Giardino, ore 17 / venerdì 3 settembre, Teatro Piccolo Arsenale, ore 14.30.
Riportiamo di seguito una presentazione delle tre proiezioni e dei tre registi:
RICOSTRUIRE INSIEME – BIENNALE ARCHITETTURA 2021 di GRAZIANO CONVERSANO
È il racconto dei temi e dei protagonisti della 17a Biennale di Architettura 2021, che il curatore Hashim Sarkis ha voluto compendiare in una domanda cruciale: “How will we live together?”. Saremo in grado di realizzare uno stile di vita pacifico e inclusivo per tutti gli esseri viventi che popolano il pianeta e nel rispetto degli individui che chiedono equità, solidarietà, giustizia sociale, e naturalmente il rispetto dell’ecosistema? La domanda echeggia in un mondo attraversato da una grande crisi globale, tra diseguaglianze economiche, il cambiamento climatico che fa sentire i suoi effetti catastrofici, in ogni parte del globo e naturalmente una grande pandemia che è ancora in corso. La crisi ci costringe a ripensare al modo in cui viviamo e sfruttiamo le risorse, e questo fa dell’attuale stagione della Biennale un luogo in cui provare a dare risposta ai maggiori interrogativi del nostro tempo. Con il contributo di architette e architetti provenienti da ogni luogo del mondo, anche da aree un tempo non adeguatamente rappresentate, che portano alla ribalta sensibilità e proposte nuove. È una produzione Rai Cultura.
Graziano Conversano. Regista e sceneggiatore, laureato presso la Sapienza di Roma in Arti e scienze dello spettacolo. Negli ultimi anni ha diretto documentari e programmi televisivi, specializzandosi nella produzione di documentari a carattere storico/civile, focalizzando la sua attività sul docudramma, utilizzando attori nella drammatizzazione tra fiction ed immagini d’archivio. Ha esordito nel 2001 con il cortometraggio Faiuno! Premiato con il Sacher d’argento di Nanni Moretti. Tra i suoi ultimi lavori per Rai: Maxi Il grande processo alla mafia; Alighieri Durante, detto Dante. Vita e avventure di un uomo del Medioevo; Io sono Venezia; Ei fu. Vita, conquiste e disfatte di Napoleone Bonaparte.
GES-2 di NASTIA KORKIA
Nel 2014, la V–A–C Foundation ha acquisito 20.000 mq di un’ex centrale elettrica, GES-2, incaricando il Renzo Piano Building Workshop della sua trasformazione. Nei successive cinque anni, le cineprese hanno seguito i lavori di riqualificazione insieme alle iniziative culturali della Fondazione. Nel film, questi eventi sono intrecciati in un singolare ordine non cronologico. “Ho passato cinque anni – dichiara Nastia Korkia – in mezzo a una magica trasformazione: una centrale elettrica già usata per fornire energia al Cremlino, stava rigenerandosi per fornire energia culturale alla cittadinanza. Il film intende materializzare esperienze artistiche nei momenti più inaspettati. È assemblato come un caleidoscopio, dove episodi apparentemente non legati fra loro si fondono in un insieme di persone con le più diverse ambizioni e aspirazioni, riunite in uno sforzo commune per realizzare una nuova istituzione culturale nel cuore di Mosca. La questione più importante per me era illustrare questo grande evento attraverso piccoli accadimenti. Perché la vita non è possibile senza un tocco di assurdita”. Sentiamo ad esempio le parole di Francesco Bonami all’inizio del film, seduto in una vetrina del più grande emporio di Mosca: “Mentre mi stai filmando, sembra che io sia reale. Ma se fai due passi indietro, si comincia a capire che sono in una vetrina. Così, anch’io sono arte. Perché se collocate una cornice, una soglia fra la realtà e ciò che sta dentro la cornice, state forse creando un’opera d’arte. Non tutti possono avere successo in questo, ma è importante iniziare creando un’invisibile cornice, o una soglia, fra la realtà e qualcosa d’altro”.
Nastia Korkia, è una regista che vive e lavora a Mosca. Laureata in Filologia all’Università Statale di Mosca, ha studiato regia alla Scuola del Nuovo Cinema di Mosca con Bakur Bakuradze, e l’arte del documentario con Werner Herzog a Cuba. I suoi film sono stati presentati, fra gli altri festival, al DOK Leipzig, al True/False, allo Sheffield DocFest
PIETRO IL GRANDE di ANTONELLO SARNO
Pietro Coccia (1962-2018) è stato uno dei più talentuosi fotoreporter del cinema italiano durante una carriera durata oltre trent’anni. Pietro il grande è l’omaggio al professionista e all’amico ultratrentennale di tutti i grandi protagonisti del nostro cinema, una carriera ricostruita in circa 400 scatti accompagnati da 8 grandi colonne sonore. Per ricreare – nello spazio di un breve film che abbraccia un artista e un uomo grande – la magia che più di ogni altra è quella propria di una fotografia che riesce a fermare l’incanto del cinema. Come Pietro sapeva fare. “Quando Pietro è scomparso, all’improvviso, da solo, a casa sua, appena rientrato da Cannes 2018 – spiega Antonello Sarno – ho pensato immediatamente di rendergli un omaggio approfittando del mio know-how di documentarista sul cinema. Essendo scomparso all’improvviso, come fossimo all’inizio di un mistery purtroppo reale, Pietro ha lasciato una quantità enorme di fotografie, stampe, diapositive, scatti digitali, computer densi di immagini ma senza password. L’amicizia con Pietro, che risale ai banchi di scuola, al Giulio Cesare di Roma, imponeva di affrontare la sfida: guardare decine di migliaia di foto per sceglierne le poche centinaia che sarebbero entrate nel documentario. Per questo ringrazio suo fratello Benedetto e Tiziana Rocca che con pazienza mi hanno accompagnato in questo lavoro”. Produzione: Istituto Luce Cinecittà e Agnus Dei – Tiziana Rocca Production. Montaggio: Stefano Farruggia. Una realizzazione SEa – Videoeuropa 2000 srl.
Antonello Sarno, giornalista cinematografico da oltre 35 anni, è caporedattore cinema alle Reti Mediaset dove, per 8 anni e 320 puntate ha curato l’unica trasmissione sul cinema delle tv generaliste: Supercinema. Come regista ha realizzato oltre 30 documentari, tra cui anche alcuni lungometraggi usciti in sala, dei quali 12 già presentati alla Mostra del cinema e dedicati alla storia del festival più antico, bello e importante del mondo e vincendo i massimi premi cinematografici italiani e internazionali. Pietro il grande è il suo 13⁰ titolo “veneziano”.
Foto: Getty (Maria Moratti/Getty Images)
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