Molestie a Hollywood: su Best Movie di febbraio lo speciale dedicato al lato oscuro della fabbrica dei sogni

Prima del caso Weinstein, Kevin Spacey e tutti gli altri nomi che hanno occupato la cronaca nelle ultime settimane. Il mensile, solo nella versione edicola, dedica un approfondimento straordinario di 16 pagine alle accuse, ai processi e alle confessioni che hanno sconvolto la Mecca del cinema.

Il caso Weinstein ha scosso profondamente tutto il mondo del cinema, coinvolgendo una lista infinita di star con conseguenze impossibili da ignorare. Sul nuovo numero di Best Movie – che sarà in edicola da domani, 1 febbraio – il mensile ha deciso di dedicare alla questione una vera e propria edizione straordinaria: uno speciale di 16 pagine per raccontare gli scandali di molestie passati e presenti che hanno investito Hollywood.

Un viaggio che parte dal lontano, anno 1927, raccontando delle accuse che coinvolsero Charlie Chaplin, passando all’affascinante Errol Flynn, accusato di stupro nel ’42. Si parla anche di Marlon Brando e Bernardo Bertolucci, sotto accusa per una scena di L’ultimo tango a Parigi girato nel 1972. Senza ovviamente tralasciare i casi più attuali, dal produttore Harvey Weinstein a Roman Polanski, da Kevin Spacey a Woody Allen, che nelle ultime settimane è tornato nell’occhio del ciclone con diverse star che si sono dette pentite di aver lavorato con lui per le accuse di molestie nei confronti della figlia Dylan Farrow

Una parte dello speciale è poi dedicata alle star che, nonostante le accuse di molestie, sono riuscite a rilanciare la loro carriera nonostante lo scandalo: da Rob Lowe ad Arnold Schwarzenegger e Casey Affleck. E ancora, le attrici che hanno mosso le accuse e che hanno subito molestie scatenando una vera e propria reazione a catena: da Rose McGowan ad Ashley Judd, da Angelina Jolie a Brit Marlin e Cara Delevingne, solo per citarne alcune. 

Di seguito vi riportiamo un’estratto dello speciale che potete trovare sul nuovo numero di Best Movie, solo nella versione edicola, disponibile dall’1 febbraio.

«Quest’uomo mi costringeva ad atti indecenti, pervertiti, degenerati, anormali e contro natura». Se pensate che la dichiarazione di abusi sessuali di Lita Grey sia solo l’ultimo della serie che dall’ottobre scorso ha travolto Hollywood e molti suoi protagonisti, da Harvey Weinstein a Kevin Spacey, James Toback, Louis C.K., Oliver Stone, Brett Ratner, Richard Dreyfuss, Dustin Hoffman, James Franco e altri ancora, vi sbagliate: la denuncia risale al 10 gennaio 1927 e fu presentata dalla donna nella richiesta di divorzio dal marito Charlie Chaplin. Importa relativamente che gli atti descritti nel documento riguardassero il sesso orale, pratica considerata reato se una delle persone coinvolte non era consenziente. La richiesta, sostennero in molti all’epoca, era il culmine di un piano che la famiglia di lei aveva architettato per farla sposare alla star più luminosa dell’epoca e uscirne con un ricco assegno, ma resta il fatto che l’origine di quella relazione svelava uno dei segreti peggio custoditi di Hollywood: Chaplin aveva una passione per le giovanissime e dopo aver conosciuto Lita quando lei aveva sette anni nella sala da tè dove la madre era cameriera, la fece debuttare a 12 in Il monello, nella parte dell’angioletto che, guarda caso, tenta di sedurre proprio Charlot. A 16 anni Lita ne era da tempo l’amante quando, rimasta incinta, costrinse Chaplin, per evitare la denuncia di stupro di minorenne, a organizzare un matrimonio di nascosto in Messico, che però la stampa scoprì. Chaplin con Lita (che tutti alle sue spalle chiamavano Lolita) ebbe due figli, ma per lui non sarebbe stata la prima né l’ultima relazione sessuale fuori legge: già nel 1918 era stato costretto a sposare Mildred Harris, 17enne, dopo che lei gli aveva annunciato una gravidanza rivelatasi poi falsa, come per fortuna si rivelò falsa la minore età che Paulette Goddard disse di avere (17 anziché i reali 22) per sedurlo quando lo incontrò nel 1932, prima di sposarlo quattro anni dopo, quando il peggio era passato. […]

Foto: © Getty Images

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