Intervista a Stefano Accorsi

La vita facile è la sua ultima "fatica" italiana, insieme agli amici Pierfrancesco Favino e Vittoria Puccini. Ma nella carriera dell'attore, che ormai si è stabilito in Francia con la sua famiglia, sono molti i work in progress...

Dopo Baciami ancora, Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino e Vittoria Puccini tornano a lavorare insieme ne La vita facile, la nuova commedia diretta da Lucio Pellegrini (Figli delle stelle) che racconta la storia di due amici, Luca Manzi (Accorsi) e Mario Tirelli (Favino), ora medici che, dopo aver condiviso gran parte della loro vita insieme, sono costretti ad allontanarsi a causa di una donna, Ginevra (Puccini). Femme fatale che li farà innamorare entrambi, ma poi sposerà Mario. È a quel punto che Luca decide di partire per l’Africa…
Contattiamo Stefano Accorsi telefonicamente (da anni l’attore vive a Parigi con la compagna Laetitia Casta, dalla quale ha avuto due figli: Orlando e Athena) e partiamo proprio dal film, nelle nostre sale dal 4 marzo… (Foto: Chico De Luigi/Fandango)

Best Movie: Chi è Luca Manzi?
Stefano Accorsi: Un medico che da dodici anni lavora in Africa (Kenya) in un ospedale di una ONG.

BM: Scelta consapevole o istintiva?
SA: Diciamo dettata da diversi motivi, tra cui anche una delusione amorosa….

BM: Che cos’hanno in comune Luca Manzi e Stefano Accorsi?
SA: Poco, in realtà. Entrambi siamo idealisti. Però lui, a differenza di me, non è solo un uomo
che ha una morale ma è anche un po’ moralista.

BM: Luca e Mario (Favino) sono amici?
SA: Sicuramente si sono voluti bene. E sotto sotto se ne vogliono ancora… Sono cresciuti
insieme, fi no a quando Ginevra (Vittoria Puccini, ndr) non è entrata nella loro vita. A
quel punto le loro strade si separano, salvo poi rincontrarsi dodici anni dopo in Africa. E
non solo per nobili ragioni umanitarie. Sotto c’è ben altro….

BM: Però è Mario che è riuscito a sposare Ginevra, portandola via a Luca…
SA: Sì, questa volta Vittoria è fi nita tra le braccia di Favino.

BM: Evidentemente per lei la Puccini è sinonimo di storie d’amore travagliate…
SA: Be’, in Baciami ancora alla fi ne i nostri personaggi si rimettono insieme… E poi al cinema
le storie d’amore dove va tutto bene non funzionano, si sa.

BM: Com’è stato tornare a lavorare con Pierfrancesco Favino? Questa volta ve la siete
cercata…
SA: (ride) È vero, questa commedia l’abbiamo voluta e cercata noi subito dopo la bella
esperienza di Saturno contro. È talmente entusiasmante poter lavorare con lui e con
Vittoria che io farei cinque fi lm di fi la insieme a loro. Le tre settimane di riprese in Africa
ci hanno ulteriormente avvicinato. Soprattutto i momenti liberi, alla sera, quando si cenava
insieme e poi si rimaneva a chiacchierare ore….

BM: In effetti l’affi atamento che c’è tra lei e Favino è palese anche sullo schermo…
SA: Perché ci compensiamo perfettamente. Quando lavoriamo insieme riusciamo sempre
a trovare un ottimo equilibrio.

BM: Che cosa gli invidia?
SA: Non direi invidiare… Sicuramente ammiro la sua enorme capacità di lavorare, di essere
sempre concentrato: la sua ricerca della “perfezione”. Del resto è della Vergine, e ho
detto tutto. Una Vergine all’ennesima potenza!. (ride)

BM: Che cosa, invece, Accorsi ha più di Favino?
SA: Io sono più entusiasta.

BM: Prima volta in Africa?
SA: Prima assoluta. E per di più nell’Africa “nera”, quella più autentica e vera. Non quella
turistica.

BM: Com’è stato l’impatto?
SA: Fortissimo. Anche se alla fi ne ci si abitua in fretta a quest’altro mondo. L’Africa o la si
accetta oppure la si abbandona subito. E accettandola si acquisisce un altro spirito,
altre logiche, altre dinamiche.

BM: Un ricordo dal Kenya.
SA: La morte così intimamente legata alla vita. Tutto è ipervitale e fatto per attaccare o
difendersi. C’è un estremo attaccamento alla vita. Ed è questa vitalità che ti invade.

BM: Come definirebbe questo film?
SA: Una commedia umana. Perché ci sono momenti in cui si ride molto per le battute, le
situazioni, il rapporto tra i protagonisti, ma quando si tratta di andare a fondo nell’aspetto
emotivo e psicologico dei personaggi, non ci siamo risparmiati.

BM: Cosa le riserva il futuro?
SA: Una partecipazione in Ruggine, un noir diretto da Daniele Gaglianone con Filippo Timi, Valerio Mastandrea e Valeria Solarino. Un copione bellissimo! Il 30 marzo esce in Francia Tous les soleils, una commedia in cui Neri Marcorè fa mio fratello; e sempre in Francia ho girato un corto che mi ha davvero emozionato (capita raramente!). E poi ultimamente sto scrivendo: una commedia di genere con Gabriele Muccino, Il colpo, e un poliziesco insieme a due sceneggiatori francesi. Mi piace da impazzire… staremo a vedere.

BM: La vita di Stefano Accorsi è una vita facile?
SA: Anche se apparentemente può sembrare il contrario, vivere tra Italia e Francia mi piace molto. E poi ho avuto l’enorme fortuna di fare il mestiere che desideravo. Bellissimo e appassionante, nonostante gli inevitabili alti e bassi. Che comunque ho imparato a gestire, come nella vita.

BM: Quindi continuerà a fare il “pendolare”? Nessuna speranza di riportarla in Italia?
SA: Sa, i miei figli sono nati a Parigi. La mia terra e le mie radici sono importanti e io non mi sono mai sentito tanto italiano come da quando vivo in Francia. Ora la mia vita è in Francia. Tornare mi fa molto piacere, anche se ogni volta vedere il mio paese soffrire così mi fa star male.

Accorsi La vita facile

Accorsi La vita facile

© RIPRODUZIONE RISERVATA