I registi di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame Anthony e Joe Russo, freschi di collaborazione con Netflix per The Gray Man (ora al cinema, e presto in streaming) sono intervenuti di recente sulla contrapposizione anche ideologica che in molti identificano tra la sala cinematografica e la sua componente immersiva e quasi “sacrale” e l’universo domestico e iper-frammentato delle visioni on demand.
Ai microfoni dell’Hollywood Reporter, che li ha intervistati proprio in occasione del debutto theatrical in distribuzione limitata dello spy thriller con Ryan Gosling, Chris Evans e Ana de Armas da loro diretto e in uscita su Netflix il prossimo 22 luglio (con i suoi 200 milioni di dollari è la produzione più costosa della storia del colosso in streaming), hanno detto la loro (i due, lo ricordiamo, hanno diretto anche Cherry con Tom Holland per Apple TV+).
«Odio essere puerile a riguardo. Amiamo davvero tutto del cinema classico, ma non abbiamo mai fatto i preziosi a riguardo in alcun modo – ha esordito Anthony Russo – Ciò che ci ha sempre entusiasmato più di tutto è la domanda: “Come vai avanti?”. Fa parte della nostra filosofia del non fare i preziosi sulla distribuzione cinematografica. “Come ti allontani dai vecchi modelli? Come fai a raggiungere un pubblico che prima non coinvolgevi? Sono questi gli aspetti più interessanti per noi”».
Gli fa eco Joe: «Il cinema d’autore come idea ha ormai già 50 anni. È stata concepita negli anni ’70, e noi ci siamo cresciuti. Quando eravamo ragazzi era qualcosa di davvero importante per noi. Al contempo, tuttavia, siamo anche consapevoli che il mondo ha bisogno di cambiare e più cerchiamo di prevenire il cambiamento più caos creiamo. Non spetta a nessuno rifiutare le idee della nuova generazione. Siamo in crisi al momento perché tutti sono in guerra con tutti, ed è qualcosa di davvero triste da vedere per qualcuno che è cresciuto amando il cinema».
«Bisogna tenere a mente che l’idea di potersi recare al cinema è alquanto elitaria. È dannatamente costoso – dice ancora Joe – Per cui l’idea che si è creata, alla quale ci si aggrappa, che la sala cinematografica è un luogo sacro, sono ca**ate. Allontana l’idea di consentire a tutti di farne parte, il valore della distribuzione digitale che alimenta anche una maggiore diversità, con la condivisione degli account da parte delle persone. Si possono avere 40 storie al costo di una sola. Ma condurre una guerra culturale sulla valenza di tutto ciò è da matti, per quanto ci riguarda».
Che ne pensate delle parole dei due registi? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti.
Fonte: ComicBook (via The Hollywood Reporter)
Foto: Getty (Dave J Hogan/Dave J Hogan/Getty Images)
Leggi anche: The Electric State: Millie Bobby Brown e Chris Pratt nel nuovo film dei fratelli Russo. Tutti i dettagli
© RIPRODUZIONE RISERVATA