Giorgia Cosplay: come vi trasformo in Wonder Woman

Da suffraggetta ad amazzone, le evoluzioni costumistiche del personaggio e i segreti per diventare una perfetta Diana Prince

Come gran parte dei personaggi dei fumetti che godono di una longeva vita editoriale, anche Wonder Woman ha affrontato nel corso dei decenni diversi cambi di costume, vuoi per il mutare dei gusti dei lettori, vuoi per diverse esigenze narrative; e se consideriamo che la sua prima apparizione cartacea risale al lontano ottobre 1942, possiamo facilmente capire come la nostra Diana disponga di una gamma piuttosto nutrita di cambi d’abito di tutto rispetto.

Wonder Woman Cosplay

L’intento di William Moulton Marston, il suo creatore, era quello di dare vita ad un personaggio femminile forte, che sposasse l’ideologia delle suffragette: trovandosi in un periodo di conflitto (l’attacco a Pearl Harbor era alle porte), il costume di Wonder Woman venne concepito con uno spirito patriottico (le stelle a strisce della bandiera americana,), intrecciato alla sua figura mitologica. Da questo primo bozzetto il costume iniziò a subire progressive e sostanziali modifiche a partire dagli anni ’50 e ’60 dove, complice anche  una maggior libertà sessuale, la gonnellina della prima versione lasciò il posto a dei pratici shorts, mentre le scarpe – che mai avevano del tutto convinto l’autore – vennero rimpiazzate da dei più pratici stivali. Furono gli anni ’60 però ad iniziare un cambio radicale nel personaggio; nella speranza di raccogliere il favore del pubblico Diana divenne sempre meno supereroina e più donna umanamente forte, esperta di arti marziali quindi , ma non più investita di poteri divini.

Inevitabilmente anche il suo costume andò modificandosi di pari passo; è questo il periodo in cui Diana sfoggia spesso outfit modaioli che suscitarono al tempo più ilarità che nuovi fan, poiché venivano visti come un tradimento dello spirito originale del personaggio.
A salvare l’immagine classica di Wonder Woman, negli anni ’70, fu proprio una donna: Lynda Carter. Dopo vari tentativi infruttuosi di portare Diana sul piccolo schermo, finalmente si riuscì a creare un telefilm che convincesse grazie all’interpretazione ancora oggi leggendaria della bellissima Miss America, una pin up vivente che sapeva coniugare in un mix esplosivo dolcezza, sicurezza, bellezza e intraprendenza. Il costume apparso in TV rimase fedele alle prime versioni dei fumetti, almeno per la maggior parte del tempo. Ben presto però la Wonder Woman televisiva iniziò a sfoggiare un costume declinato per ogni occasione, –  alcuni dagli esiti anche imbarazzanti lasciatemi dire – dalle immersioni agli inseguimenti in moto agli skates, creando una guardaroba per Diana che Barbie levati proprio.

Tornando al mondo dei fumetti, il costume di Wonder Woman subì ulteriori modifiche nei ruggenti anni ’80, che però non lo snaturarono sostanzialmente, sino ad arrivare agli anni ’90, in cui autori come Mike Deodato le regalarono uno stile più graffiante e alla moda, ritoccando e stilizzando anche il suo iconico simbolo alato. Fu però il bravissimo Alex Ross che ne diede nuove e interessanti versioni, considerate unanimamente dei capolavori, tra cui l’ormai celeberrima armatura dorata. Negli anni 2000 inizia invece una trasformazione del personaggio, che la riporta ad una dimensione più guerriera e questo si traduce in un’ulteriore revisione del costume che torna ad avvicinarsi maggiormente ad una concezione di armatura.

Tuttavia prima di arrivare ai giorni nostri, alcuni di voi ricorderanno che nel 2011, altri piani erano stati previsti per l’eroina dal costume stellato; si era infatti iniziato a lavorare ad una serie tv dedicata, che sul piccolo schermo avrebbe dovuto avere le sembianze di Adrianne Palicki. Tuttavia la produzione venne fermata dopo l’episodio pilota. In questo frangente la protagonista vestiva un moderno costume attillatissimo in latex, dicendo addio agli iconici shorts in cambio di un paio di pantaloni calzati come una seconda pelle, che i fan però non hanno affatto gradito. Con l’arrivo della versione cinematografica, l’immaginario collettivo è inevitabilmente portato a identificare la Diana di Gal Gadot come la nuova Regina della Amazzoni che, con la sua mise riveduta e corretta, finisce per ispirare anche i disegnatori del personaggio.

UN COSPLAY DA VERA GUERRIERA!

In attesa delle mirabolanti novità di Wonder Woman 1984, vediamo come realizzare lo splendido costume di Gal Gadot che coniuga perfettamente gli elementi dell’amazzone con quelli della supereroina. Premesso che ci sono alcune differenze tra quello proposto nel film monografico e la comparsata in Batman v Superman o Justice League (usura di abito e armi, colori più dark e ovvia sostituzione della spada Godkiller), ecco cosa non deve mancare!

Il corsetto armatura con finiture metalliche rosse e dorate è il corpo dell’intero costume, che sia realizzato in pelle, in foam  o materiali analoghi, deve aderire perfettamente al corpo; la chiusura sul retro, a seconda di come lo riteniate più comodo può essere effettuata con dei lacci o del velcro; ci penseranno la lunga chioma corvina o lo scudo applicato sulla schiena  a nascondere eventuali imperfezioni. La gonna in similpelle blu va tagliata a strisce e sagomata prima in orizzontale sui fianchi e poi in verticale sulla parte anteriore e posteriore, facendo attenzione alle varie lunghezze e asimmetrie. L’attaccatura della stessa viene nascosta dalla cinta dorata. Attenzione che il gonnellino svolazzante è particolarmente corto, per questo anche nel film la nostra Gal indossa dei pantaloncini blu, tipo da pallavolo, per evitare imbarazzanti colpi di vento a chiappe scoperte.

I calzari sono sicuramente la parte più complessa; anche in questo caso potete trovarli già in commercio, seppure non di fattura eccezionale oppure decidere di realizzarli su misura partendo da dei sandali, fino a salire con gli schinieri, bloccati anch’essi da delle cinte in cuoio sui polpacci. Dovrete fare diverse prove prima di ottenere il risultato ottimale, specie per avere la mobilità adeguata con le ginocchiere. Rimangono adesso i vari accessori: i bracciali da cui sotto spuntano delle fasciature in pelle marrone a vista che si snodano dall’avambraccio alle mani come protezione, l’immancabile tiara con la stella a rilievo di un oro brunito (anche qui on line non mancano le proposte o la possibilità di stamparla in 3d per poi stuccarla e verniciarla autonomamente) e la cinta di cuoio a cui fissare lo scudo sulla schiena e soprattutto il lazo della verità sul fianco.

Quest’arma preziosa si può realizzare semplicemente reperendo in merceria la corda dorata intrecciata, o per un finish più metallico e realistico esistono in commercio delle repliche molto interessanti, alcune delle quali si illuminano pure! Completa il tutto il bracciale alto laterale e ovviamente la spada con lo scudo, che all’occorrenza, oltre che come difesa, può diventare una micidiale arma distruttiva. Potrete inoltre trovare facilmente on line dei tutorial di make up che promettono di trasformarvi in Gal Gadot/Diana Prince in poco meno di 30 minuti! Ovviamente se lavorare pelle e affini non è proprio la vostra mansione principale, non preoccupatevi. Non mancano infatti offerte da venditori di varie piattaforme ed esperti prop maker pronti a realizzare il costume dei vostri sogni!

L’ARMATURA DORATA IN WONDER WOMAN 1984

I fan dei fumetti sanno bene che il suo nome originale è Eagle Armor – per via dell’elmo a forma di testa d’aquila e le ali dorate attaccate alla schiena –, ed è comparsa diverse volte all’interno dei fumetti DC, in particolare nella miniserie “Kingdom Come”, la cui prima edizione risale al 1996. La creazione di questa particolare corazza si deve al già citato Alex Ross; le ali infatti hanno lo scopo di difendere Wonder Woman dagli attacchi di altri guerrieri o combattenti, oltre al fatto di conferirle la capacità di librarsi in aria, un potere di cui l’Amazzone è sprovvista. Probabilmente Cheetah, il villain di questa pellicola, darà parecchio filo da torcere alla nostra guerriera preferita, che possiamo dunque aspettarci ancora più battagliera, ma che saprà comunque portare su schermo tutta la grinta di una vera dea! Possiamo dunque affermare che, nonostante i vari restyling costumistici, ciò che non è cambiato nel corso dei decenni sono la determinazione, la forza e i valori di una supereroina che sa essere ancora oggi un modello per tutte le donne.

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