Nella New York anni ’30 tra letteratura ed eccessi alla ricerca del capolavoro
In pochi conoscono il nome di Maxwell Perkins, ma è lui l’uomo “delle retrovie” che come editor ha seguito la pubblicazioni dei grandi capolavori di Francis Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway e soprattutto Thomas Wolfe. È al rapporto tra il pacato e paterno Perkins e il vulcanico, ma dispersivo Wolfe che è dedicata la prima fatica da regista di Michale Grandage, affresco del mondo letterario newyorkese degli anni ’20 e ’30 animato da un cast eccezionale.
Quando il manoscritto di Wolfe arriva sulla scrivania di Perkins (Colin Firth, come sempre a suo agio nei panni dell’uomo tutto d’un pezzo) è un malloppo di 500 pagine che nessuno vuole pubblicare; ma l’editor ci vede del genio, del talento, e così si imbarca nella faticosa avventura di indirizzare la creatività del giovane scrittore (Jude Law che sfoggia un perfetto accento del Sud), che fino a quel momento era solo il protetto di Aline Bernestein (Nicole Kidman) una donna molto più grande di lui…
È l’inizio di una collaborazione tempestosa che porterà alle stampe due capolavori, ma soprattutto cementerà un rapporto profondo tra un uomo in cerca del figlio maschio mai avuto e un giovane alla ricerca di un padre.
«È chiaro che questo è un film sul significato della genialità, ma quello che credo è che le persone possano avere diversi tipi di genio. Nel film si dice che Perkins aveva il genio per l’amicizia e questo, per Wolfe è stato importante quanto il suo genio per la scrittura» dichiara il regista Grandage.
È dal confronto tra queste due figura così diverse che nasce la dinamica del film che per lo sceneggiatore John Logan (Spectre, Skyfall, Il Gladiatore) può essere descritta in termini musicali, come diversi ritmi che si intrecciano. Non a caso una delle scene chiave della storia si svolge in uno jazz club dove Wolfe porta il solitamente sobrio Perkins per mostrargli il “suo” mondo e lì gli fa vedere come l’inno sacro che piace tanto al suo editor può essere trasformato dal ritmo della musica che si suona lì…
«Quello che mi ha colpito di più di Wolfe – afferma sempre Logan, che si è basato su una biografia di Wolfe di cui aveva acquistato i diritti più di un decennio fa – è il suo desiderio di trovare una voce propria , una strada nuova che lasciasse indietro il passato». Una ricerca che lo accomuna agli altri autori a cui Perkins si dedica perché possano far emergere il loro talento.
«Perkins è eroico a modo suo, lo è nel facilitare l’espressione del talento di altri che stanno in primo piano mentre lui si accontenta delle retrovie. Una persona di grande integrità il cui istinto è di restare nascosto. È un personaggio provocatorio in un’epoca come la nostra dove tutti siamo animati da uno spasmodico desiderio di essere riconosciuti…e lo dico io che sono un attore e di esibizionismo me ne intendo» afferma un sempre affascinante Colin Firth, capace di regalare a un personaggio così insolito una forza sorprendente, che non ha nulla da invidiare agli artisti che lo circondano, efficacemente interpretati di Guy Pearce (Fitzgerald) e Dominic West (Hemingway).
In un film prevalentemente maschile sanno trovare un loro spazio le due donne che stanno accanto ai protagonisti: Laura Linney nei panni della consorte di Perkins, casalinga niente affatto disperata nonostante abbia rinunciato alle sue ambizioni artistiche, e Nicole Kidman, l’amante di Wolfe incapace di lasciarlo andare e per questo perennemente sull’orlo di una crisi di nervi.
«A me non piacciono i film, a me piacciono i libri» dichiara decisa una delle vivacissime figlie di Perkins suscitando l’orgoglio di papà. La verità è che il film di Grandage, che è prima di tutto un film di attori (e che attori…), non nasconde l’ambizione di costituire un ponte tra il cinematografico e il letterario, di suscitare la curiosità dello spettatore rispetto a scrittori che altrimenti rischierebbero l’oblio, puntando su una relazione, quella padre e figlio, che Firth e Law, nonostante li separino solo 12 anni di età, interpretano alla perfezione, strumenti perfettamente accordati di una partitura classica quando efficace.
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