Cosplay da battaglia, Giorgia Cosplay ci porta al MAO di Torino

Al Museo d'Arte Orientale di Torino si celebra la donna guerriera nel sol levante

Avete tempo fino al primo di marzo per visitare al Museo D’Arte Orientale di Torino (MAO) la mostra “Guerriere dal Sol Levante”, curata dall’Associazione Yoshin Ryu e da Fabrizio Modina. Donne coraggiose che hanno lottato per difendere le proprie famiglie e le proprie terre, ma la cui stessa esistenza è stata minimizzata, sottostimata, nascosta o addirittura negata. Ve ne parlo soprattutto perché, a parte la ricchezza delle testimonianze di reperti presenti, provenienti dalle collezioni del MAO, dal Museo Stibbert di Firenze oltre che da collezioni private italiane, la parte conclusiva dell’esposizione è dedicata alla figura della donna “guerriera” nella cultura pop di anime e manga e alla sua importante influenza anche in Occidente. Un excursus cronologico che vede l’emancipazione femminile dallo stereotipo di Damsel in Distress, in una lenta e progressiva evoluzione che ci ha regalato personaggi indimenticabili.

In ambito sportivo a farla da padrone è Kozue “Mimì” Ayuhara, che tra catene ai polsi e gocce di ciclone, ne ha dovute patire parecchie prima di fregiarsi della maglia della nazionale nipponica. E no, non era cugina di Mila Azuki. Un’approfondita sezione vede protagoniste le romantiche, bellissime e tragiche eroine del sensei Leiji Matsumoto, con chicche strepitose provenienti da anime del calibro di Galaxy Express 999, Capitan Harlock, Star Blazers (Yamato) e Starzinger. E così, curiosando tra rodovetri originali (fogli di acetato con i disegni utilizzati nell’animazione), poster, action figure e artbook di rara bellezza, si giunge alla parte storica. Tre “eroine” su tutte. La Principessa Zaffiro, creata da Osamu Tezuka, costretta a nascondere sotto mentite spoglie il suo cuore di principessa, la bellissima Stella della Senna, timida fioraia di giorno, eroina mascherata che combatte i soprusi di notte in una Parigi alle porte della rivoluzione. E per finire, signori e signore, lei, la sola e unica Lady Oscar, vero e proprio fiore all’occhiello della mostra. Oscar Francoise De Jarjes vanta una riproduzione a dir poco sbalorditiva dell’alta uniforme, realizzata in ogni minimo dettaglio, materiali preziosi e con una cura dei particolari da alta sartoria cinematografica, dalle studentesse dell’Accademia Italiana di Moda e Couture, in tre mesi di intenso lavoro. Vi assicuro che vale da sola tutta la visita al MAO.

Una parentesi a parte merita forse l’anime/manga che conosciamo in italiano come Madamoiselle Anne, in originale Un ragazza alla moda, che fa dell’emancipazione femminile della giovane protagonista nel Giappone conservatore e chiuso dei primi 900, il suo vero e proprio cavallo di battaglia. Un tuffo obbligato nel pieno degli anni ’80 con il trio di ladre più sexy dell’animazione, ovvero le sorelle della banda Occhi di Gatto, presenti con una simpatica installazione tra le più fotografate. Un poster che le raffigura e, accanto su sfondo nero, una cornice vuota con l’immancabile biglietto di avviso “Un altro colpo è stato fatto!”. E ancora un’intera parete dedicata alle toste presenze femminili dell’anime Saint Seiya – I Cavalieri dello Zodiaco, con una figure della Dea Athena in anteprima davvero stupefacente. Un balzo negli anni ’90 e arriviamo all’eroina iconica per eccellenza: la mitica Sailor Moon che, non a caso, campeggia anche nella locandina ufficiale.

La guerriera della luna ha generato nel corso degli anni un merchandising così fiorente da riempire un museo per conto suo, ma qui ci “accontentiamo” di una vetrina da sogno zeppa di oggetti magici. Si arriva così all’epoca moderna e alle derive in cui l’archetipo della donna combattente è stato declinato anche in Occidente, con esempi e oggetti scenici che vanno da Wonder Woman a Buffy l’ammazzavampiri, da Mulan alla Principessa Leia. Insomma, di che stiamo parlando, davvero non avete già in mano il biglietto?

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