Banana Bandits: gorilla a caccia di monete d’oro

Il family game creato da Edward Chan divertirà i fan di Donkey Kong

Banana Bandits

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“Mai visto un gorilla vestito da pinguino!”

(Chi ha incastrato Roger Rabbit?)

Spopolano, da sempre, nei videogiochi: storicamente, l’icona stessa dei videogame, il buon vecchio Super Mario, nasce come “spalla” di un gorilla (che dà il nome al gioco) Donkey Kong. Il gioco di Nintendo, che darà poi il via ad una saga di grande successo, fu pubblicato però un anno dopo l’uscita di un titolo meno conosciuto ma che, probabilmente, ne ispirò lo sviluppo: Crazy Climber. In questo cabinato del 1980, il giocatore doveva riuscire ad arrampicarsi su di un grattacielo, evitando di essere scaraventato giù, oltre che dai dispettosi inquilini del palazzo, dall’immancabile gorillone gigante. Non siamo in grado di dimostrarlo, chiaramente, ma saremmo pronti a scommettere che Edward Chan, autore di Banana Bandits, è da questo videogame che ha tratto la sua maggior ispirazione.

Banana Bandits è un titolo realizzato in estremo oriente: autore ed editore hanno infatti sede ad Hong Kong (in Italia è prodotto e distribuito da MS Edizioni). È un gioco che s’inserisce perfettamente nel trend, oggi in grande voga nel mondo dei boardgame, dei “giochi a plancia tridimensionale”, come Colt Express o Yeti: la plancia di gioco, infatti, è rappresentata da un piccolo, realistico edificio in miniatura (in cartone fustellato) su cui si muoveranno i gorilla che rappresentano i giocatori. Lo stesso gameplay, peraltro, ne tradisce la chiara ispirazione videoludica: scopo del gioco è raccogliere più monete d’oro possibili (vi ricorda niente?) andando a recuperarle dalla cima del palazzo di quattro piani. Per chi ha un minimo di familiarità con i videogiochi, è la meccanica tipica dei cosiddetti “platform game”: ogni giocatore è rappresentato da una sagoma di gorilla che può fisicamente appendersi ad una finestra e muoversi sulla superficie esterna dell’edificio (fino a tre finestre di distanza). Ogni volta che si avvicina ad un avversario, può cercare di colpirlo con lo scopo di derubarlo dei suoi gettoni. A vivacizzare l’azione di gioco, inoltre, contribuiscono le carte, in grado di conferire poteri speciali temporanei (ad esempio in attacco o in difesa) in grado d’influenzare significativamente l’esito della partita.

Il sistema di gioco è molto semplice, adatto praticamente ad ogni età, anche un giovanissimo può accostarsi a Banana Bandits senza problemi; di contro, naturalmente, va osservato che un family game di questo livello potrebbe far storcere il naso ai giocatori più esperti e smaliziati, alla ricerca di sfide più profonde e coinvolgenti. La qualità dei materiali è molto buona, in particolare per il robusto mini-grattacielo che, una volta terminata la partita, può essere rapidamente ripiegato su sé stesso e riposto comodamente nella scatola. L’unico aspetto migliorabile, da questo punto di vita, è rappresentato dalle sagome dei gorilla, anch’esse in cartoncino: forse delle miniature in plastica colorata avrebbero giovato di più all’estetica e alla funzionalità del gioco, ma anche così il gioco è perfettamente godibile.

Banana Bandits

SCHEDA TECNICA

AUTORE: Edward Chan

EDITORE: MS Edizioni

GENERE: Family Game 3D

NUMERO GIOCATORI: 2-4

ETÀ: 8+

DURATA MEDIA: 30’

PREZZO CONSIGLIATO: 29,90€

Qua sotto il video in cui vi presentiamo il board game dal vivo:

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