Alla ricerca di Nemo: questa straziante teoria non vi farà più vedere il film Pixar con gli stessi occhi

Una prospettiva totalmente inedita sull'amatissimo film della Pixar con protagonista il piccolo pesce pagliaccio

Alla ricerca di Nemo

Uno dei film d’animazione della Pixar più entrati nel cuore del pubblico è sicuramente Alla ricerca di Nemo, lungometraggio della factory di Emeryville con protagonista il Nemo del titolo, piccolo pesce pagliaccio con una pinna atrofica, catturato e rinchiuso in un acquario a Sidney nel corso della storia. Il padre Marlin, ansioso e già segnato dalla perdita del resto della sua famiglia (la moglie Coral e le oltre 400 uova che aveva deposto), nel film si mette in cerca proprio del figlioletto per cercare di sottrarlo a un triste destino, andando incontro a una serie di pericoli e incontri in un emozionante viaggio. 

Il quinto film della Pixar, road movie subacqueo dai fondali lussureggianti in cui spiccava anche il personaggio dello smemorato pesce Dory, vinse il premio Oscar come miglior film d’animazione ed è universalmente riconosciuto come un film dolce ed emozionante, eppure sul web era circolata qualche tempo fa una teoria abbastanza straziante e macabra, piuttosto interessante e sensata e che impedisce di vedere il film con gli stessi occhi. 

All’inizio del film, come molti ricorderanno, Marlin si sveglia per via di un attacco di barracuda alla sua famiglia e scopre che solo una delle uova deposte dalla moglie morta, quella che ospita il piccolo Nemo, è sopravvissuta all’attacco, mentre il resto dei nascituri è stato sterminato. La teoria in questione, tuttavia, suggerisce che il padre straziato dal lutto abbia soltanto immaginato che il figlio fosse sopravvissuto: ciò significa che Nemo in realtà non è reale, ma solo frutto dell’immaginazione di Marlin, che l’ha evocato per far fronte alla perdita della sua famiglia. 

Seguendo questa teoria, tutto il film si struttura come un’allegoria del viaggio di un padre attraverso le cinque fasi del dolore. Un altro elemento su cui la teoria si sofferma è poi il nome del personaggio, Nemo, che in latino vuol dire “nessuno” e che alluderebbe ulteriormente alla non-esistenza del piccolo pesciolino (anche il Capitano Nemo, personaggio di Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne, riprendeva il nome dalla risposta data da Ulisse a Polifemo nell’Odissea). Inoltre quasi tutti nel film dicono a Marlin che dovrebbe “lasciare andare” suo figlio

Le cinque fasi del dolore secondo il celebre modello Kübler-Ross così riassunte dalla teoria in relazione al film sono le seguenti.

NegazioneMarlin non vuole lasciare che suo figlio vada a scuola perché non è “sicuro”

RabbiaMarlin rimprovera suo figlio per essersi avventurato fuori dal suo controllo

Contrattazione Sopporta un compagno di viaggio che soffre di amnesia, Dory, affinché lo aiuti a trovare suo figlio

DisperazioneVede suo figlio gettato nello scarico 

AccettazioneImpara a “lasciarsi andare” e lasciare che le cose siano come sono

Che ne pensate? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti. 

Fonte: Good House Keeping (via Reddit

Foto: MovieStillsDB

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